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Si è spenta nella notte Ornella Vanoni: la signora della musica italiana è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni è stata una delle voci più originali, riconoscibili e autorevoli della canzone italiana, capace di attraversare oltre sessant’anni di storia culturale con un’eleganza mai ostentata e una modernità sorprendente.
Gli inizi tra teatro e canzone della mala
Figlia della borghesia milanese, Vanoni si formò al Piccolo Teatro sotto la guida di Giorgio Strehler, che ne intuì subito la forza scenica e la sensibilità interpretativa. Qui nacque la prima fase della sua carriera, quella delle celebri “canzoni della mala”, scritte per lei da autori come Strehler e Fiorenzo Carpi. Ballate in cui si raccontavano ladri, prostitute, carcerati, e la Milano notturna dei vicoli periferici: un repertorio duro, innovativo, che contribuì a definire l’immagine di Vanoni come interprete intensa e anticonformista.
L’incontro con la canzone d’autore
Negli anni Sessanta il suo percorso incrocia la galassia dei cantautori genovesi: Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi. Con Paoli, in particolare, nasce un sodalizio artistico e sentimentale che segnerà profondamente la sua vita e la sua musica. Canzoni come “Senza fine” e “Che cosa c’è” mostrano il suo timbro caldo, la capacità di scolpire le parole e di trasformare ogni brano in una confessione intima.
Nel 1968 approda al Festival di Sanremo con “Casa Bianca”, che ottiene grande popolarità. Ma saranno gli anni successivi a consolidarne il mito.
Una carriera in continua metamorfosi
Tra gli anni Settanta e Ottanta Vanoni abbraccia sonorità nuove: bossa nova, jazz, pop sofisticato. L’album “Appuntamento con Ornella Vanoni” (1970), che contiene “L’appuntamento”, diventa una pietra miliare e introduce alla grande pubblico una dimensione più internazionale, grazie anche al rapporto privilegiato con il Brasile e con artisti come Toquinho.
Negli anni Ottanta il successo continua con “Ti lascio una canzone”, “Ricetta di donna” e collaborazioni con Paolo Fresu, Vinicius de Moraes, Ennio Morricone e molti altri. Capace di reinventarsi senza mai tradire il proprio stile, Vanoni si conferma artista elegante, ironica, mai banale.
La maturità: tra sperimentazioni e nuove generazioni
Negli anni Duemila e oltre continua a rinnovarsi: incide album ibridi, tra pop e jazz, duetta con giovani cantanti, appare nei talk-show come presenza iconica e sempre intelligente. L’album “Unica” (2021) viene accolto come l’ennesima prova della sua vitalità artistica, così come il progetto di duetti “La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria” riletto con Samuele Bersani e altri artisti.
Ornella Vanoni ha lasciato un'impronta indelebile, non solo nella musica italiana: è stata un volto riconoscibile del costume italiano, capace di unire rigore e leggerezza, caparbietà e autoironia. La sua voce inconfondibile ha accompagnato generazioni intere, trasformando ogni brano in emozione.











