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L’imprenditore edile e consigliere comunale di Sassari Vanni Azzena, principale imputato nel procedimento che vede coinvolte 53 persone indagate per una presunta maxi truffa da 5,5 milioni di euro legata al bonus facciate, questa mattina ha reso dichiarazioni spontanee davanti al gup Gian Paolo Piana.
Assistito dal suo legale, l’avvocato Luca D’Alò, Azzena ha parlato per circa tre ore, affrontando uno a uno i punti contestati nell’inchiesta. Ha respinto l’ipotesi di associazione a delinquere, sottolineando che i collaboratori e i professionisti con cui operava “erano quelli di sempre”, figure che – secondo la sua ricostruzione – erano necessarie per gestire “i lavori e le pratiche burocratiche alquanto complesse che riguardavano i bonus edilizi”.
Secondo quanto emerge dalle indagini della Guardia di finanza di Sassari e della Procura, Azzena – titolare della “Azzena Costruzioni” e della “Impresa Geom. Azzena” – avrebbe avuto un ruolo centrale nel meccanismo ritenuto illecito dagli inquirenti, risultando beneficiario di crediti d’imposta per oltre 5,5 milioni di euro. Nella ricostruzione accusatoria, avrebbe individuato i clienti e impartito direttive agli altri soggetti coinvolti nell’indagine.
Nel procedimento figurano, tra gli altri, Manolo Curzu, 46 anni, dipendente e rappresentante di fatto della Impresa Geom. Azzena; Liana Derudas, 53 anni, responsabile dei lavori nei cantieri; Walter Dedola, 41 anni, responsabile della sicurezza nei cantieri e procacciatore di clienti; Michele Emanuele Derudas, 31 anni, titolare della “Derudas Costruzioni”, indicato come appaltatore di lavori che avrebbe ceduto i crediti alle società di Azzena; e Stefano Perra, 53 anni, amministratore di condomini.
L’inchiesta riguarda pratiche e interventi datati tra il 2021 e il 2022 su 52 immobili distribuiti nella provincia di Sassari. Secondo la ricostruzione accusatoria, gli imputati avrebbero fatto un uso illecito del meccanismo dello “sconto in fattura”, accumulando nei rispettivi cassetti fiscali crediti d’imposta per oltre 5,5 milioni di euro, ritenuti indebiti in quanto riferiti a lavori non eseguiti o eseguiti a fronte di fatture gonfiate.
Il procedimento è attualmente nella fase dell’udienza preliminare. Come previsto dal principio della presunzione d’innocenza, le responsabilità delle persone coinvolte potranno essere accertate solo con una sentenza definitiva.





