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Le Autorità e le Istituzioni hanno espresso il loro cordoglio all'Arma dei Carabinieri per la perdita dei militari Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, vittime di un'esplosione a Castel D'Azzano, in provincia di Verona, durante l'attività di servizio.
Rappresentanze della Polizia Penitenziaria, della Questura e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Sassari hanno reso omaggio ai tre carabinieri caduti presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, osservando un momento di silenzio.
Davanti al Comando Provinciale Carabinieri, la Protezione Civile di Cagliari ha voluto commemorare la memoria dei tre militari caduti con la consegna di una corona al Comandante Provinciale, Generale di Brigata Luigi Grasso, davanti alla bandiera italiana esposta a mezz’asta.
Gli operatori presenti e i nostri Carabinieri si sono raccolti in raccoglimento nel silenzio, accompagnati dal suono sommesso delle sirene dei mezzi in sosta. Il gesto, semplice ma carico di significato, intende simboleggiare la solidarietà verso l’Arma dei Carabinieri e il ricordo di chi ha perso la vita compiendo il proprio dovere.
In contemporanea, davanti alla Comando Stazione Carabinieri di Uta, il personale della Polizia Penitenziaria ha reso omaggio con momento di raccoglimento sobrio ma solenne, osservando un minuto di silenzio, mentre le sirene dei veicoli in servizio hanno accompagnato l’omaggio, in un’unica voce che si è levata in onore dei colleghi caduti.
I FATTI
Un'operazione di routine si è trasformata in una tragedia durante la giornata di ieri, martedì 14 ottobre, con tre carabinieri morti e oltre venti persone ferite in seguito a una violenta esplosione avvenuta ieri mattina in un casolare a Castel d’Azzano, nei pressi di Verona.
L'edificio, abitato da tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, era stato occupato illegalmente dopo una lunga disputa legale legata a un procedimento di sfratto. L'intervento delle forze dell'ordine, autorizzato dalla Procura di Verona, aveva lo scopo di eseguire uno sgombero e una perquisizione, ma sin dall'inizio qualcosa è sembrato fuori posto.
Intorno alle 9 del mattino, i Carabinieri del comando provinciale di Verona, con il supporto della polizia e dei vigili del fuoco, hanno cercato di entrare nella proprietà quando un'esplosione ha squarciato l'edificio che è crollato in pochi istanti. L'onda d'urto è stata avvertita fino al centro del paese.
Si sospetta che l'abitazione fosse stata riempita di bombole di gas, probabilmente predisposte per far esplodere l'edificio al momento dell'ingresso delle forze dell'ordine. Le fiamme hanno rapidamente avvolto il casolare rendendo difficile l'intervento dei soccorsi.
Le vittime dell'esplosione sono stati tre militari dell'Arma: il luogotenente Marco Piffari, il brigadiere capo Valerio Daprà e il carabiniere scelto Davide Bernardello, tutti in prima linea nel momento del tragico evento. Oltre ai tre carabinieri deceduti, circa venticinque persone sono rimaste ferite, tra poliziotti, vigili del fuoco e operatori sanitari, alcuni in gravi condizioni.
Sul luogo sono intervenuti elicotteri, unità cinofile e squadre USAR per la ricerca di dispersi tra le macerie. Due dei fratelli Ramponi sono stati arrestati poco dopo l'esplosione mentre tentavano di fuggire dalla zona, mentre la sorella Maria Luisa, gravemente ferita, è ricoverata in prognosi riservata all'ospedale di Verona.
La Procura di Verona ha aperto un'indagine per strage, omicidio plurimo aggravato e resistenza a pubblico ufficiale, sospettando che l'esplosione sia stata pianificata, trovando nel casolare resti di inneschi rudimentali e bombole manomesse.
IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha manifestato il suo "profondo dolore e solidarietà alle famiglie delle vittime e all'Arma dei Carabinieri", definendo l'evento come "un atto barbaro che colpisce il cuore dello Stato".
Anche il Primo Ministro e il Ministro della Difesa hanno partecipato al giorno di lutto nazionale dichiarato per oggi, 15 ottobre. Le bandiere sono state abbassate a metà asta in tutte le caserme italiane, mentre a Castel d'Azzano la comunità si è riunita in silenzio di fronte ai resti del casolare, trasformato in un altare di fiori e uniformi.









