Il consigliere regionale Valdo Di Nolfo (Uniti per Todde) ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, per chiarire e ribadire la propria posizione dopo le polemiche sollevate da alcuni colleghi di minoranza.

«Come prima cosa permettimi di dirti che in questa inutile polemica montata ad arte da alcuni colleghi di minoranza le parole che la stampa ti attribuisce non rispecchiano l’accaduto», scrive Di Nolfo, sottolineando di voler precisare la propria posizione sul conflitto in Medio Oriente senza che il messaggio venga strumentalizzato.

Il consigliere rimarca che la sua posizione «non solo non offende la democrazia ma la rafforza, mettendo nero su bianco nome e cognome di chi non ha mosso un dito per fermare il genocidio in corso in Terra Santa». Di Nolfo fa riferimento diretto alla premier italiana: «Primo ministro italiano che mai ha detto di voler riconoscere lo Stato di Palestina, neanche ora che il genocidio del popolo palestinese è sotto gli occhi di tutti».

Nella lettera il consigliere richiama Gramsci per ribadire i valori che guidano il suo agire: «Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani». Ricorda poi le iniziative concrete promosse sotto la presidenza di Comandini, come l’esposizione della bandiera palestinese in Aula e il riconoscimento formale dello Stato di Palestina, sottolineando che queste scelte rappresentano un impegno morale e politico per la pace nel Mediterraneo.

Di Nolfo sottolinea che la sua presa di posizione si basa sul principio che «chi non si schiera contro il genocidio - come abbiamo fatto noi - ne è complice, soprattutto se governa uno Stato». La lettera prosegue richiamando l’importanza del rispetto reciproco nel dibattito pubblico, ribadendo che la libertà di esprimere la propria opinione deve essere garantita: «Hai ragione da vendere quando dici che “il rispetto nel dibatto è fondamentale” e allora credo che sia doveroso il rispetto di tutti per la mia opinione e per quella della maggior parte dei sardi e degli italiani».

Di Nolfo conclude rimarcando la necessità di rimanere attivi e consapevoli, evitando l’indifferenza e l’apatia, che considera una vera minaccia ai valori democratici e umani: «L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti».