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La sentenza del Tribunale di Cagliari riaccende la miccia dello scontro politico tra maggioranza e opposizione. Da una parte Fratelli d’Italia parla di una legislatura giuridicamente finita, dall’altra l’assessora Desirè Manca (M5S) respinge gli attacchi e rilancia: “Noi andiamo avanti, chi ha distrutto la Sardegna dovrebbe tacere”.
Al centro dell'animata discussione, la decisione dei giudici che hanno rigettato il ricorso della presidente della Regione Alessandra Todde, ritenendo però che la competenza sulla decadenza spetti al Consiglio regionale, e non al Collegio di Garanzia.
Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia attacca duramente: “Le 65 pagine del Tribunale confermano che la legislatura è giuridicamente finita, ma politicamente non è mai iniziata, grazie all’inerzia e all’inconcludenza di Giunta e maggioranza. Sono stati cancellati anche gli ultimi dubbi, perciò è giunto il momento di porre fine all’accanimento terapeutico e dare la parola agli elettori”.
“Si è perso già troppo tempo in inutili sfide giudiziarie, dando vita a un caos istituzionale senza precedenti - sostiene Fratelli d'Italia -. L’inettitudine dei pentastellati, quelli di ‘onestà, onestà’ e ’uno vale uno’, determinerà la decadenza del Consiglio regionale e la non trasparente gestione della campagna elettorale della presidente Todde (il Tribunale scrive: ‘violazioni sostanziali e gravi, oltre che plurime’) resterà nella storia dell’autonomia sarda”.
Alle accuse risponde con toni altrettanto duri Desirè Manca, assessora regionale e figura di punta del M5S in Sardegna: “Gli unici chiodi di cui può parlare il centrodestra sono quelli che hanno utilizzato per cinque anni per tenere ancorate le loro poltrone, che hanno rischiato innumerevoli volte di volare sotto un ciclone di indagini e scandali. Gli stessi chiodi che per cinque anni hanno crocifisso la Sardegna e i sardi”.
“È bastato il solo primo grado di giudizio perché la minoranza riprendesse la cantilena sulla legislatura interrotta. Anzi no, mai iniziata. Questo il tenore degli ululati a più voci della minoranza, neanche ci fossimo fatti rubare un computer portatile dall’auto il giorno prima di una perquisizione - afferma Desirè Manca -. Noi rispettiamo sempre e comunque la magistratura, anche quando non ne condividiamo le conclusioni, e ci muoviamo per far valere le nostre ragioni con tutti i mezzi che leggi e regolamenti ci mettono a disposizione”.
E prosegue con un attacco frontale al centrodestra nazionale: “Se ne facciano una ragione i colleghi, se ne faccia una ragione chi sentenzia da oltre Tirreno: la legislatura è ancora lunga e la Sardegna non può aspettare. Noi andiamo avanti, senza tentennamenti, con la forza di chi sa che la nostra isola non può essere abbandonata, ancora una volta, alla predazione padana”.
Infine, la conclusione: “Continuiamo a lavorare con serietà, impegno, e determinazione. Chi ha lasciato in macerie la Sardegna dovrebbe soltanto tacere”.