È attesa per domani alle 10, presso il Tribunale civile di Cagliari, la decisione sul caso decadenza che potrebbe mettere a rischio la tenuta della legislatura guidata da Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna e prima esponente del campo largo a ricoprire l'incarico.

Il collegio della prima sezione civile, presieduto dal giudice Gaetano Savona, dovrà esprimersi sul ricorso presentato dalla governatrice contro l’ordinanza-ingiunzione emanata il 3 gennaio scorso dal collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello. L’atto contestava presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese per la campagna elettorale in vista del voto di febbraio 2024 e disponeva la decadenza dalla carica.

Il verdetto riguarderà anche altri ricorsi, sia in opposizione — come quelli presentati dal collegio di garanzia e da due cittadini — sia a sostegno della Todde, come quelli firmati da diversi consiglieri regionali di maggioranza.

La vicenda ha avuto risvolti giudiziari complessi. Il 24 aprile, la Procura di Cagliari — pur rilevando alcune irregolarità nella documentazione — ha chiesto al Tribunale l’annullamento dell’ordinanza di decadenza, ritenendo la sanzione sproporzionata. Al suo posto, i magistrati hanno proposto una sanzione pecuniaria ridotta rispetto ai 40mila euro inizialmente previsti.

Non sono mancate anche tensioni istituzionali. Ai primi di maggio, il Collegio di garanzia ha revocato il mandato all’avvocato Riccardo Fercia, difensore incaricato di sostenere la validità dell’ordinanza, anche nel parallelo giudizio davanti alla Corte Costituzionale. La decisione, presa a maggioranza sotto la nuova presidenza di Massimo Costantino Poddighe, ha sollevato forti polemiche per un presunto conflitto di interessi: Poddighe è coniugato con una dirigente regionale nominata dalla stessa Todde. Una lettera è stata inviata al CSM per chiedere chiarimenti.

"La presidente è serena e al lavoro – filtra dallo staff della governatrice – attenderà domani la sentenza a testa alta e nel frattempo lavora sui principali dossier aperti in Sardegna".

Indipendentemente dall’esito giudiziario, l’ultima parola sulla vicenda spetterà al Consiglio regionale, che dovrà prendere atto della decisione e valutarne le implicazioni politiche e istituzionali.