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Si chiamava Manuel Mameli, aveva 25 anni ed era nato a Cagliari il 14 marzo del 2000. Il giovane sardo è stato ucciso in Ucraina mentre combatteva come volontario a fianco delle forze armate di Kyiv, arruolato nella Legione Internazionale, l’unità militare composta da stranieri che dal 2022 affianca l’esercito ucraino nella difesa del Paese contro l’invasione russa.
La notizia della sua morte è stata confermata nelle ultime ore, dopo iniziali incertezze sull’identità del caduto: alcune fonti parlavano di Antonio Omar Dridi, 34enne di origini tunisine ma residente a Palermo. Il corpo di Mameli, al momento, non è stato recuperato: si troverebbe infatti in un’area ancora sotto controllo russo.
Secondo le prime ricostruzioni, Mameli aveva deciso di arruolarsi come foreign fighter mosso da motivazioni ideali, come molti altri giovani europei che hanno scelto di unirsi alla Legione Internazionale. Si tratta di una formazione ufficialmente integrata nelle forze armate ucraine e sottoposta alla legge marziale del Paese, distinta da altre milizie del passato come il controverso Battaglione Azov.
Non è la prima volta che un cittadino italiano perde la vita nel conflitto ucraino. Il giovane sarebbe stato ucciso da un drone russo, così come altre cinque persone. Ferito anche un altro volontario italiano.
Intanto è arrivata anche la conferma ufficiale della morte di Antonio Omar Dridi. La notizia è stata diramata sui canali social di Memorial – International Volunteers for Ukraine, l’organizzazione internazionale che coordina volontari stranieri impegnati nel conflitto. Alcune settimane fa, il Ministero degli Esteri aveva indicato che Dridi risultava "disperso in azione dal 27 marzo".