Cabras

Maternità in abito sardo: un tuffo nel passato fra tradizione e libertà

Il progetto della fotografa di Cabras, Ilenia Spanu. L’intervista

Maternità in abito sardo: un tuffo nel passato fra tradizione e libertà

Di: Alessandra Leo, foto di Ilenia Spanu


Un salto indietro nel tempo che fa quasi sentire profumi e sapori inebrianti del passato, dell’erba appena tagliata, del vento che accarezza i visi e fa ruotare le lunghe gonne, del pane che cuoce nel forno di casa, del miele, del latte appena munto, della campagna, del nostro mare sardo. Un’atmosfera magica quella che fanno rivivere le foto dell’ultimo progetto di Ilenia Spanu.

Fotografa professionista specializzata in maternità, originaria di Cabras, moglie e mamma, sempre molto attenta a tutto ciò che riguarda le donne, un giorno si è fatta una domanda: “Se fossi vissuta nel passato, che fotografa sarei stata?”. Da qui ha deciso di intraprendere una vera e propria missione, scovando nel passato attraverso la riscoperta dell’identità sarda e, allo stesso tempo, rompendo alcuni tabù in nome della libertà e della natura.

“La fotografia ha sempre immortalato matrimoni, battesimi, ritratti di famiglia, ma esiste un momento, il più importante, che nel passato si teneva nascosto, la maternità. – afferma Ilenia, con gli occhi che brillano, ai microfoni di Sardegna Live – Quando una donna era incinta, cercava di nascondersi in tutti i modi e di certo non si faceva ritrarre o fotografare. Personalmente, anche facendo delle ricerche approfondite, non ho trovato foto che rappresentano donne incinte in abito tradizionale sardo, così, ritenendomi estremamente fortunata di vivere nella nostra epoca, ho deciso di realizzarle io, in modo da dar voce alla vergogna, alla paura, ai tabù che un momento fondamentale della vita di una donna costituiva nel passato, cercando di rompere gli schemi. Allo stesso tempo voglio valorizzare l’identità isolana, attraverso i nostri magnifici abiti tradizionali”.

Un progetto che ha preso vita attraverso una magnifico set realizzato in due parti, una in studio, al chiuso “esattamente come le foto che facevano ai nostri nonni”, spiega Ilenia, mentre l’altra a San Salvatore, villaggio di Cabras, “dove si respira in modo particolare un’atmosfera arcaica”, specifica la fotografa.

Immagini che trasudano amore e dolcezza, tra quella che ritrae il marito che guarda la moglie con gli occhi che si illuminano, lei che mostra il pancione con fierezza e guarda la figlioletta primogenita con complicità, mentre tutta la famiglia attende con gioia la nuova vita in arrivo, “un momento magico e intimo vissuto alla luce del sole, con libertà e orgoglio contrariamente a come le donne lo affrontavano nel passato”.

Immagini meravigliose che non avrebbero potuto essere così profonde e colme di significati senza il bellissimo legame che si è creato tra Ilenia e la sua modella incinta, Valeria. “Viaggiava da Mogoro, andando avanti e indietro con il pancione, perché sia lei che il marito erano entusiasti di questo mio progetto”, spiega la fotografa.

Inoltre l’immensa professionalità, la minuziosa cura nei particolari, il grande lavoro che c’è sia prima che dopo gli scatti, ha reso questo inno alla libertà ancora più prezioso e unico, cavallo di battaglia che Ilenia porterà avanti in ogni sua iniziativa futura.

“Ci sono volute settimane di confronti, informazioni, dibattiti, scelta del posto, delle luci, degli abiti, tempi di gestazione della futura mamma, sopralluoghi e tanti sacrifici – dice Ilenia – Ma non ero sola: in questa grande avventura, che è solo l'inizio di tante idee, sono stata affiancata da persone speciali. Oltre i miei modelli, un ringraziamento particolare va ai miei  genitori per la disponibilità e amore. Grazie anche a chi mi ha aiutato in consigli, testimonianze, racconti del passato”.

Ma un altra missione bolle già in pentola, “Queste foto verranno esposte in una mostra pubblica perché tutti devono vederle e immergersi nel loro significato più profondo – afferma Ilenia – e il ricavato andrà ovviamente in beneficenza”.

Ilenia è completamente immersa nel sociale e nel volontariato attraverso opere di bene per amore del prossimo, “Ogni anno, a Natale, mi reco nelle case famiglia per realizzare servizi fotografici gratuiti – spiega – Le case famiglia vanno assolutamente aiutate”.

Ma, alla fine, qual è la risposta alla domanda che ti sei fatta, “Se fossi vissuta nel passato, che fotografa sarei stata?”, “Avrei realizzato esattamente lo stesso progetto nonostante tutto, i tabù, la vergogna, la paura, avrei cercato di far capire alle donne di non temere nulla, men che meno un momento della vita così speciale”.

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