Aglientu

Nessuna verità sulla morte di Silvana Gandola. Quel maledetto 28 marzo

Ne parliamo oggi proprio con Laura, la figlia della 78enne che tre anni fa scomparve dalla spiaggia di San Silverio, ad Aglientu. "Vogliono che io creda agli extraterrestri. Il caso non si può archiviare"

Nessuna verità sulla morte di Silvana Gandola. Quel maledetto 28 marzo

Di: Cristina Tangianu


“Abbiamo tentato di opporci per la seconda volta all’archiviazione delle indagini e adesso siamo in attesa che il giudice ci dica se accoglie o meno la nostra richiesta”.

Laura Rizzi sopravvive con un dolore straziante, piombato come un fulmine a ciel sereno. È arrabbiata, delusa e tormentata da mille domande. È una figlia che si è vista strappare in un attimo la propria madre, della quale sono state trovate solamente “un cranio e due ossicine”. È una figlia che lotta da sola per ottenere la verità.

Cosa è successo a Silvana Gandola il 28 marzo del 2021?

Ne parliamo oggi proprio con Laura, la figlia della 78enne torinese che tre anni fa scomparve dalla spiaggia di San Silverio, ad Aglientu. Vogliamo ricordare cosa accadde quel terribile giorno e dare forza al suo appello: “Merito di sapere cosa sia successo davvero”.

Secondo il racconto della badante dell'anziana, le due signore uscirono di casa la mattina per andare a fare una passeggiata in spiaggia. Poi la signora Silvana si sarebbe allontanata e inoltrata in una zona con fitta vegetazione.  

La denuncia ai Carabinieri venne effettuata dalla badante alle 22 circa dello stesso giorno, mentre la figlia Laura, venne avvisata dalla stessa governante alle 19:01, con un messaggio: “Laura appena puoi chiamami è urgente”.

Nonostante le ricerche in tutta la zona, della signora Gandola non venne trovata alcuna traccia. Il ritrovamento dei resti dell’anziana da parte di alcuni cacciatori avvenne a dieci mesi di distanza, in un’area particolarmente difficile da raggiungere e a poca distanza dal luogo della scomparsa. In seguito a questo la Procura di Tempio Pausania ha chiesto l'archiviazione del caso. “Questo è un errore”, dice subito Laura.

“Sono arrabbiata perché vogliono che io creda agli extraterrestri. Mia madre soltanto volando sarebbe riuscita ad arrivare nel luogo del ritrovamento. Come dichiarato dai cacciatori, infatti, non c’erano sentieri per arrivare in quel punto. Quindi io vorrei capire come una donna anziana, con le ballerine ai piedi, può essere arrivata fino a lì”.

Per Laura la verità deve ancora emergere e continua a opporsi alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Tempio. Per questo, affiancata da un team di esperti (Roberta Bruzzone, criminologa; Chantal Milani, antropologa e odontologa forense con all’attivo esperienze al Ris di Roma, in Canada e negli Stati Uniti; Pier Matteo Barone, geoarcheologo forense; l'avvocato Gianfranco Piscitelli, presidente di Penelope Sardegna) ha fornito agli investigatori importantissimi elementi a conferma che il caso è segnato da errori e lacune.

“Ci sono troppe cose che non tornano dal racconto della badante, a partire dagli orari e dalle immagini satellitari. E poi c’è tutta la questione legata al ritrovamento a distanza di 10 mesi in una zona già passata al setaccio: un pantalone trovato alla rovescia con la lampo aperta, la dentiera nel borsello insieme ai soldi, le ciocche di capelli ritrovate mai analizzate, il terriccio sotto la suola di una scarpa mai analizzato. Tantissime le analisi mai autorizzate e non si capisce perché”.

Per Laura la madre potrebbe non aver mai messo piede in quella spiaggia. “Tutti i consulenti sono d’accordo: mia madre potrebbe essere scomparsa il giorno prima perché nessuno l’ha vista su quella spiaggia, su quelle strade. C’è solo la badante che dichiara di averla portata lì. Non c’è nessuna testimonianza che confermi che mia madre sia arriva lì. Secondo me mia madre potrebbe essere sparita già dal sabato pomeriggio. Io ho parlato con lei sabato a pranzo e poi basta perché la governante non me l’ha più passata, o per una ragione o per l’altra. Eppure, questa donna, nelle dichiarazioni rilasciate ai carabinieri dirà ‘ci siamo incamminate, abbiamo aperto il cancello insieme, siamo andate insieme', parla sempre al plurale. 'Abbiamo deciso di fare una passeggiata a piedi’. Peccato, però, che nel momento in cui io telefono e chiedo di mia madre non me la passa. E poi, come può non averle viste nessuno? C’era il ragazzo che correva, la coppia…”.

Laura chiede “chiarezza perché non si può chiudere un caso con tutte queste incongruenze”.

Il caso non si vuole archiviare? “Gli anziani non interessano, non hanno l’attenzione che potrebbe avere un ragazzo giovane. Mi hanno strappato via mia mamma, senza sapere cosa le è successo. Non è possibile. Mia madre non è uscita da sola da casa, mia madre aveva la capacità di orientarsi da sola e non sarebbe mai andata in quella vegetazione”.

Laura ci confida di essere stanca e delusa: “Non c’è un minimo di rispetto per chi ha perso la mamma in questo modo. C’è la tendenza a mettere i coperchi piuttosto che fare qualcosa”.

In attesa di novità sulla decisione del giudice, ecco i video realizzati da Sardegna Live, sulla spiaggia di San Silverio. Con la figlia di Silvana Gandola ricostruiamo la giornata del 28 marzo 2021 e ci rechiamo nel luogo del ritrovamento dei resti.

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