Oristano

Mauro Abbate, 350 km di corsa attraverso la Sardegna per sensibilizzare sulla salute mentale

L’atleta e public speaker oristanese tiene conferenze nelle scuole per motivare i ragazzi a realizzare i propri sogni attraverso lo sport

Mauro Abbate, 350 km di corsa attraverso la Sardegna per sensibilizzare sulla salute mentale

Di: Alessandra Leo, foto di Marjolaine Abalea


Grandi avventure che rappresentano vere e proprie imprese in cui si pone degli obiettivi e cerca di raggiungerli, imparando a stare a stretto contatto con la natura, con altri popoli e altre culture, ma anche in solitudine, cercando la spinta per andare avanti attraverso lo sport. Ecco ciò che fa Mauro Abbate, 35enne oristanese, atleta e public speaker che, dopo le sue avventure, tiene conferenze per raccontarle e motivare a porsi nuovi obiettivi e a fare sport, per vivere felici e realizzare i propri sogni.

Dopo aver fatto il giro dell’Europa interamente in bici percorrendo ben 9000 chilometri, e un triathlon dalla Sardegna alla Norvegia in bici, a nuoto e a piedi, Mauro ha deciso di dedicarsi a un pubblico più giovane, parlando anche di depressione, considerato che lui, grazie a nuovi obiettivi e all’attività fisica, senza però trascurare un supporto medico, è riuscito a sconfiggerla. Sardegna Live l’ha intervistato scoprendo un ragazzo professionale, preparato, grintoso e dinamico, ma anche sensibile e attento al sociale , soprattutto ai giovani, che rappresentano il futuro.

Ciao Mauro, e benvenuto su Sardegna Live. Raccontaci quando e come hai iniziato con le maratone.

"Ciao a tutti. Ho iniziato nel 2016, percorrendo 9000 chilometri in bici da Milano al Portogallo poi da lì sono andato in Norvegia. È stata letteralmente l’esperienza più bella della mia vita, che ha rappresentato un punto di svolta, ho imparato diverse lingue, a stare per lungo tempo in solitudine, a motivarmi quando attraversavo inevitabili momenti difficili".

Wow! Complimenti! Hai fatto anche un altro viaggio estremo, quale?

"Avevo un grande obiettivo, quello di andare a Capo Nord, il punto più settentrionale d’Europa, e ci sono riuscito attraverso un triathlon, ovvero un percorso in bici, a nuoto e a piedi, nel 2018. Ho percorso 6000 km in bici, 230 km a nuoto sopra il circolo Polare Artico, e poi 1000 km a piedi fino a Capo Nord: un’esperienza bellissima, anche più pericolosa della prima, ma sicuramente diversa”.

Perché?

"La prima volta avevo degli obiettivi ben precisi, ma li ho vissuti senza vincoli, è stata libertà pura. La seconda volta mi sono imposto un obiettivo principale per cui ho attivato anche una campagna fondi e uno sponsor. Lì mi sono prefissato uno scopo che mi ha vincolato, e ho capito che qualsiasi cosa può diventare possibile e tutto viene affrontato diversamente quando ci si pongono obiettivi importanti. È ciò che spinge ad andare avanti ed quello che spiego durante le mie conferenze".

In cosa consiste il tuo lavoro di public speaker (che significa, per chi non lo sapesse, "oratore pubblico")?

"Lo scopo è evocare un cambiamento nell'audience, che sia nei loro cuori, nelle menti o nell'azione. Motivo le persone a non arrendersi alle difficoltà e a porsi degli obiettivi per realizzare i propri sogni attraverso lo sport, l’attività fisica: basta anche una camminata quotidiana per iniziare.  Recentemente ho aggiunto anche un altro progetto, dedicato soprattutto ai giovani, menzionando la depressione, perché l’ho avuta e voglio far capire a tutti che se ne può uscire".

Hai voglia di raccontarci qualcosa in merito?

"Certamente. Dopo il triathlon sono caduto in depressione perché non avevo più obiettivi, avevo smesso di sognare, ma il solo sport mi ha aiutato a guarire, dopo un anno. Avevo ripreso con le mie attività, ma poco tempo dopo ho avuto una ricaduta e allora ho deciso di chiedere aiuto a un medico. Un percorso di psicoterapia, lo sport che mi aveva rimesso in moto e i miei nuovi obiettivi mi hanno fatto vincere la depressione in qualche mese".

Qual è stato il tuo ultimo progetto?

"La mia ultima impresa è stata una maratona di corsa di 40 chilometri di media al giorno per un totale di 350 chilometri attraverso tutta la Sardegna dal 19 aprile al 26 dello stesso mese, facendo tappa nelle scuole superiori per motivare gli studenti a fare sport, a porsi sempre degli obiettivi cercando di realizzare i propri desideri, i propri sogni, e di rivolgersi a un medico qualora iniziassero ad avere i primi sintomi di stati depressivi, purtroppo in aumento tra i giovani, soprattutto dopo la pandemia. Ora che la maratona è finita, continuerò con le conferenze nelle scuole, enti o associazioni che hanno interesse".

Cosa si potrebbe fare per sostenere questo tuo bellissimo progetto?

"Ho aperto una raccolta fondi perché non ho avuto sponsor. Chi volesse può sostenermi qui."

Progetti futuri?

"Ne sto preparando uno ma non voglio ancora dare anticipazioni, ne parlerò sul mio profilo Instagram. Seguitemi."

Allora, Mauro, alla prossima intervista e ancora complimenti!

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