È di almeno dodici vittime il bilancio della sparatoria avvenuta a Bondi Beach, a Sydney, in Australia, dove uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla riunita per celebrare la festa ebraica di Hanukkah. Le informazioni restano frammentarie e il numero degli aggressori non è stato ancora chiarito. L’attacco è stato classificato come attentato terroristico.

Ventinove persone sono state trasportate in vari ospedali dell’area di Sydney, tra cui due agenti di polizia in gravi condizioni, come riferito dal commissario del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon. “Non voglio dare informazioni che si riveleranno errate. È molto presto”, ha dichiarato, aggiungendo di non ritenere che tra i morti ci siano bambini, anche se un minore è stato ricoverato.

Tra le vittime figura il rabbino di Sydney Eli Schlanger. Alexander Ryvchin, co-amministratore delegato del Consiglio Esecutivo dell’Ebraismo Australiano, ha confermato che tra i deceduti c’è anche una ragazza di 12 anni. “Conosco tutti quelli che erano presenti…”, ha raccontato alla Cnn, ricordando come l’evento rappresenti ogni anno un momento di gioia per una comunità molto unita. Del rabbino Schlanger ha detto: “Una delle persone più gentili e belle che abbia mai conosciuto”.

La polizia ha reso noto che tra i morti c’è anche un uomo ritenuto uno degli attentatori, mentre un secondo sospetto è in condizioni critiche. È in corso la verifica sull’eventuale presenza di un terzo aggressore. Uno degli uomini armati sarebbe Naveed Akram, residente nella zona sud-occidentale di Sydney.

Il premier del Nuovo Galles del Sud Chris Minns ha affermato che l’attacco “è stato progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney”, mentre Jeremy Leibler, presidente della Federazione Sionista d’Australia, ha dichiarato: “La comunità ebraica è sotto shock… Siamo in stato di massima allerta”.

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha parlato di “scene scioccanti e angoscianti” e ha definito la sparatoria “un atto di malvagio antisemitismo e terrorismo”. Condanna anche da Israele: il presidente Isaac Herzog ha definito l’attacco un “crudele attacco contro gli ebrei”, mentre Benyamin Netanyahu ha puntato il dito contro le politiche australiane, affermando che “l’antisemitismo è un cancro”.

Bondi Beach, una delle spiagge più famose al mondo, meta di residenti e turisti, si è così trasformata in teatro di una delle pagine più tragiche della storia recente australiana.