Israele e Hamas hanno raggiunto un’intesa storica sulla “prima fase” del piano che prevede la sospensione dei combattimenti e il rilascio di almeno venti ostaggi ancora vivi. L’annuncio è arrivato direttamente da Donald Trump, che ha rivendicato su Truth Social la mediazione dell’accordo e ha anticipato un imminente viaggio in Medio Oriente, forse anche a Gaza, per sancire di persona l’intesa.

“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”, ha scritto il presidente americano, ringraziando Qatar, Egitto e Turchia per il ruolo decisivo nella mediazione.

La notizia, trapelata dopo una giornata di intensi contatti diplomatici, è stata confermata da fonti israeliane e palestinesi. Il premier Benyamin Netanyahu ha parlato di “un giorno di speranza”, annunciando la convocazione urgente della Knesset per l’approvazione del piano e una telefonata immediata con Trump. “Con l’aiuto di Dio, riporteremo tutti a casa”, ha detto. A Gaza e nelle città israeliane la notizia ha scatenato scene di gioia tra le famiglie degli ostaggi, molte delle quali hanno inviato messaggi di ringraziamento al presidente americano.

Hamas, in una nota ufficiale, ha definito l’accordo “la fine della guerra a Gaza”, specificando che prevede “il ritiro dell’Idf, l’ingresso di aiuti umanitari e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati seri e responsabili condotti insieme alle altre fazioni”. Il movimento ha tuttavia chiesto a Trump di “fare pressione su Israele affinché rispetti integralmente i termini dell’intesa”.

Sui dettagli del piano si conosce ancora poco, ma secondo un alto funzionario della Casa Bianca citato dalla Cnn, una volta approvato, Israele dovrà completare il ritiro sulla linea stabilita “in meno di 24 ore”. Entro le successive 72 ore Hamas dovrà procedere alla liberazione degli ostaggi israeliani, con la possibilità che il rilascio avvenga già nel weekend. La prima fase prevede la liberazione di venti ostaggi vivi e, in cambio, la scarcerazione di circa duemila detenuti palestinesi.

L’accordo arriva esattamente due anni dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, quando i miliziani di Hamas uccisero 1.200 persone e ne sequestrarono 251. Da allora, secondo il ministero della Salute di Gaza, le vittime palestinesi delle operazioni militari israeliane sono oltre 67.000, tra cui più di 20.000 bambini.