PHOTO
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha illustrato al governo un piano per contrastare la Global Sumud Flotilla.
La Global Sumud Flotilla è un coordinamento internazionale formato da volontari, ong e cittadini che ha come obiettivo quello di rompere il blocco navale imposto da Israele a Gaza per consegnare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. All’iniziativa partecipano 44 delegazioni provenienti da altrettanti Paesi. Tra questi figurano Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Danimarca, ma anche Thailandia, Malesia, Bangladesh, Sri Lanka, Turchia, Australia, Nuova Zelanda e Kuwait.
L’iniziativa israeliana prevede che tutti gli attivisti arrestati restino in custodia per periodi prolungati, diversamente dalla prassi seguita in passato, e che vengano rinchiusi nelle carceri di Ketziot e Damon, strutture destinate ai prigionieri di sicurezza e caratterizzate da condizioni particolarmente rigide.
Agli attivisti non saranno concessi benefici aggiuntivi come televisione, radio o alimenti particolari. “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha dichiarato Ben-Gvir al Jerusalem Post.
Il ministro ha inoltre proposto la confisca delle imbarcazioni partecipanti alla flottiglia, con l’intenzione di metterle a disposizione delle forze dell’ordine israeliane. Secondo Ben-Gvir, il provvedimento sarebbe giustificato dal fatto che il governo considera la flottiglia non solo un gesto politico, ma anche un tentativo illecito di violare il blocco.
Nel commentare l’incontro di governo, il ministro ha chiarito che Israele non accetterà più “arresti soft” o rientri silenziosi dei partecipanti. “Dobbiamo creare un deterrente chiaro. Chiunque scelga di collaborare con Hamas e sostenere il terrorismo incontrerà una risposta ferma e inflessibile da parte di Israele”, ha ribadito.
Ben-Gvir ha aggiunto che, dopo settimane di detenzione in condizioni severe, gli attivisti rifletteranno prima di organizzare nuove flottiglie. Ha infine sottolineato che queste misure rientrano in una strategia più ampia di tutela della sicurezza nazionale: “La Marina e le forze dell’ordine israeliane sono pienamente pronte ad affrontare qualsiasi minaccia alla sicurezza che si presenti”.