L'ultima puntata della trasmissione di Rai Tre Un giorno in pretura, condotta dalla giornalista Roberta Petrelluzzi, ha raccontato il processo a carico di Massimiliano Farci, condannato per il femminicidio della compagna Speranza Ponti, avvenuto ad Alghero nel dicembre del 2019.

SCOMPARSA E RITROVAMENTO

Speranza Ponti, 49enne di Sassari con due matrimoni alle spalle, dopo aver vissuto a lungo a Genova aveva fatto ritorno ad Alghero, dove aveva una relazione con il 55enne Massimiliano Farci. L'uomo, originario di Assemini, era titolare di una pizzeria dove la stessa donna lavorava.

Speranza scomparve nel nulla il 5 dicembre 2019. Farci raccontò alla famiglia che la donna aveva deciso di mettere fine alla relazione lasciando la casa per raggiungere Barcellona. Sui profili social di Speranza Ponti, nei giorni successivi, comparvero post che sembravano confermare il racconto del compagno. La sorella della donna ricevette alcuni messaggi Whatsapp da parte del numero della stessa che confermavano l'intenzione di trascorrere un periodo in Spagna e invitavano i familiari a non preoccuparsi. Le comunicazioni si interruppero presto, così la famiglia della donna sporse denuncia per la sua scomparsa.

I carabinieri raggiunsero Massimiliano Farci e, rinvenendo il cellulare della donna nella pizzeria di sua proprietà, lo arrestarono sottoponendolo a un lungo interrogatorio. Fu proprio Farci, il 31 gennaio 2020, a fornire agli inquirenti le indicazioni per rinvenire il cadavere della donna, abbandonato nelle campagne in località Monte carri, a poca distanza dalla città e in avanzato stato di decomposizione.

LA RICOSTRUZIONE DI FARCI

Farci sostenne di aver trovato il corpo della compagna impiccato con un lenzuolo alla porta della camera da letto. La donna, stando alla sua ricostruzione, avrebbe espresso più volte in passato propositi suicidi.

Sotto shock davanti al cadavere della compagna, l'uomo avrebbe deciso di trasportarlo su una collinetta con vista sul promontorio di Capo Caccia per esaudire un presunto desiderio della vittima.

L'indagato raccontò inoltre di aver avuto intenzione di farla finita a sua volta, ma di non aver trovato l'occasione buona per portare a termine il suo progetto.

LE INDAGINI

L'autopsia, in realtà, accertò che la donna era stata colpita almeno una volta al volto e le era stata esercitata una pressione tra collo e mascella: l’ipotesi del suicidio fu presto scartata.

Le indagini, inoltre, evidenziarono depistaggi, inclusa l’inscenata fuga della donna in Spagna, e un occultamento prolungato del cadavere per oltre un mese.

La Corte d’Assise di Sassari, il 15 novembre 2022 condannò Farci all’ergastolo, con 18 mesi di isolamento diurno, accogliendo integralmente le richieste dei pubblici ministeri Beatrice Giovannetti e Angelo Beccu.

La Corte d’Appello, nel febbraio 2024, confermò la condanna in secondo grado, conferma arrivata anche in Cassazione nell'ottobre 2024.

Secondo quanto emerso in fase processuale, i moventi dell’omicidio sarebbero stati economico (possibili timori di perdere denaro depositato da Speranza) e passionale, legato alla ripresa dei contatti della vittima con l’ex marito.

I PRECEDENTI

Farci aveva già una condanna all'ergastolo per l'omicidio del 1999 dell’imprenditore Renato Baldussi, commesso per un furto d’auto. L'uomo, all'epoca del delitto di Speranza Ponti, beneficiava del regime di semi-libertà e, pur condividendo un appartamento con la compagna, trascorreva le notti presso il carcere di Alghero.