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Alle 10:45 del 12 novembre 2003, a Nassiriya, in Iraq, quattro kamikaze a bordo di due veicoli imbottiti con un carico di 150-300 chili di esplosivo si lanciarono contro la base italiana “Maestrale”. Morirono 19 italiani e 9 iracheni.
Tra le vittime anche il maresciallo capo Silvio Olla, 32 anni, originario di Sant’Antioco, sottufficiale del 151° Reggimento della Brigata Sassari. Un giovane militare sardo, ricordato oggi per il coraggio, la dedizione e il profondo senso del dovere che ne hanno segnato la vita e la carriera.
Nell’attentato persero la vita 12 carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili italiani.
I carabinieri caduti furono: Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Filippo Merlino, Massimiliano Bruno, Alfio Ragazzi, Daniele Ghione, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Andrea Filippa e Horacio Majorana.
Dell’Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci.
Tra i civili, Marco Beci, cooperatore internazionale, e Stefano Rolla, regista cinematografico.
Ventidue anni dopo quella tragica mattina, la Sardegna e l’Italia intera ricordano con commozione e riconoscenza i loro nomi, simbolo di un sacrificio che ha segnato la storia delle missioni di pace italiane nel mondo.
In occasione dell’anniversario, il Presidente del Consiglio regionale Piero Comandini ha voluto onorare la memoria del maresciallo Olla e delle altre vittime, sottolineando il valore del loro esempio:
“Ricordare con profonda commozione il Maresciallo Capo della Brigata Sassari Silvio Olla e tutte le altre vittime della strage di Nassiriya assume quest’anno, se possibile, un significato ancora più profondo. I conflitti in corso, il sacrificio di intere popolazioni, la devastazione dei territori ci fanno riflettere sul significato della parola pace”.
“Siamo riconoscenti a chi ha sacrificato la vita per garantire la pace - ha continuato Comandini - per difendere la Patria e i diritti delle popolazioni. Il ricordo del Maresciallo Olla e di tutte le vittime delle Forze Armate impegnate nelle missioni di pace, in varie parti del mondo, è indelebile. Ricordare Nassiriya significa rinnovare un impegno: quello di onorare il coraggio, l’abnegazione di chi serve lo Stato e ricordare alle nuove generazioni i valori della pace e della solidarietà”.






