Si è svolto durante la mattina di oggi, venerdì 7 novembre, presso l’Istituto Minerario “G. Asproni” di Iglesias, il convegno intitolato “Fabbisogno nazionale di materie prime: quali strategie a livello nazionale e regionale?”, focalizzato sul tema del riutilizzo e dell'ottimizzazione sostenibile delle aree minerarie in disuso, con l'obiettivo di migliorare l'ambiente e favorire lo sviluppo locale.

Organizzato dall’Associazione Mineraria Sarda insieme agli Ordini professionali degli Ingegneri, dei Geologi e dei Periti Industriali, in collaborazione con enti come la Regione Sardegna, ISPRA, ARPAS, l’Università di Cagliari e IGEA S.p.A., l'evento ha costituito un'importante occasione per discutere delle nuove strategie nazionali e regionali per il recupero delle materie prime critiche e del ruolo chiave della Sardegna nella transizione ambientale.

Nel suo intervento, l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha evidenziato che “le bonifiche e il recupero di materie prime rappresentano non solo un obiettivo di politica industriale, ma anche un impegno ambientale e sociale, perché la rigenerazione dei territori minerari è una forma di giustizia ambientale e di restituzione alle comunità”.

L’assessora Laconi ha illustrato lo stato di attuazione del Piano Regionale delle Bonifiche, parte integrante del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, che prevede 151 aree minerarie dismesse per oltre 12 mila ettari di superficie complessiva. Il documento, aggiornato con deliberazione della Giunta regionale n. 21/22 del 17 aprile 2025, individua le priorità di intervento, le modalità di bonifica e gli strumenti per la gestione sostenibile dei materiali di risulta.

Particolare rilievo è stato dato alle esperienze in corso nei siti di Montevecchio, Iglesias, Buggerru, Villasalto e Guspini, dove l’azione regionale integra gli obiettivi di sicurezza ambientale con la possibilità di recuperare materiali di valore economico attraverso piani di estrazione dai rifiuti di origine mineraria, secondo quanto previsto dalle più recenti norme europee e nazionali.

Nel corso del suo intervento, l’assessora ha evidenziato anche la necessità di promuovere una nuova alleanza tra industria e ambiente, sottolineando che “si può fare industria rispettando l’ambiente, e anzi, è proprio questa la direzione verso cui deve orientarsi un modello di sviluppo moderno e sostenibile. In un territorio come quello del Sulcis, segnato da una lunga storia industriale e da forti identità sociali, la riconversione ambientale può diventare motore di rinascita economica e di coesione territoriale”.

Laconi ha inoltre ribadito l’importanza del coinvolgimento e della partecipazione degli enti locali e territoriali, osservando che “per vincere una sfida così complessa serve la condivisione più ampia possibile: solo lavorando insieme – istituzioni, enti di ricerca, imprese e comunità – si possono superare anche le sfide più difficili e trasformare le criticità in opportunità di crescita sostenibile”.

Il contributo dell’Assessorato regionale dell’Ambiente si inserisce in un percorso condiviso con le istituzioni scientifiche e gli enti di controllo, volto a semplificare e velocizzare le procedure tecniche e amministrative per le aree minerarie a minor priorità d’intervento, valorizzando al tempo stesso il ruolo strategico della Sardegna nella transizione verso un’economia circolare delle risorse.

“Come Regione e come Assessorato dell’Industria, stiamo lavorando per creare una sinergia con il mondo della ricerca e quello dell’imprenditoria al fine di costruire una filiera delle materie prime che possa generare il maggiore indotto economico possibile nel territorio regionale. Con questo obiettivo abbiamo già delle interlocuzioni con importanti imprese del territorio interessate ad avviare questo tipo di attività”. Così l’assessore dell’Industria Emanuele Cani nel suo intervento in apertura del convegno.

Significativi gli interventi dell’amministratore unico di Igea Spa, Salvatore Mattana, e dei docenti dell’Università di Cagliari Battista Grosso e Giulio Sogos, che hanno illustrato la collaborazione avviata per la realizzazione di un progetto pilota per l’estrazione di metalli pesanti e materie prime critiche dai rifiuti estrattivi presenti nelle aree minerarie dismesse.

A dimostrazione del percorso avviato dall’Assessorato e della rilevanza del tema, il Servizio attività estrattive (SAERA) ha offerto un importante contributo sugli aspetti normativi e il quadro procedurale all’interno del quale questi nuovi progetti dovranno essere autorizzati.