Ancora un grido di dolore e rabbia arriva da Simona Campus, madre di Marco Mameli, il 22enne di Ilbono ucciso con tre coltellate durante la sfilata di Carnevale a Bari Sardo, lo scorso 1° marzo. In un lungo post su Facebook, la donna denuncia il silenzio che ancora avvolge quella notte: “Si può togliere la vita a un ragazzo di 22 anni e sparire nel buio? Mio figlio Marco è stato ucciso in mezzo a decine di persone. Erano presenti ragazzi, adulti, anche genitori, come me... Tutti hanno taciuto la verità. Alcuni hanno mentito. Qualcuno ha persino negato di essere lì”.

Campus sottolinea come l’assassino non abbia ancora un nome, ma punta il dito anche contro chi era presente: “Chi ha colpito non è stato l’unico assassino quella notte, lo è anche chi ha visto e taciuto, non smetterò di pensarlo. Vergognatevi! E non parlate di paura, di rispetto, di dolore, o di non volervi immischiare. Dal momento in cui avete scelto il silenzio siete tutti parte di quel crimine”.

Le sue parole sono dure e senza appello: “Non c’è nessuna giustificazione né perdono per questo. Spero che il nome di Marco vi perseguiti sempre, che lo sentiate nel sonno, che vi tormenti, che vi consumi l’anima. Mio figlio non è morto da solo. È morto circondato da gente che lo ha lasciato morire e a oggi continua a farlo”.

Un atto di accusa che si chiude con l’appello alla giustizia: “La giustizia arriverà comunque perché in uno stato di diritto è inaccettabile che si possa togliere la vita a un ragazzo di 22 anni e rimanere impuniti”.