"Quanto accaduto a Olbia, con la scomparsa di Gianpaolo Demartis, sarà la magistratura a stabilirne le cause. Per questo motivo, è necessario un maggiore rispetto nei commenti, sia perché è morto un uomo sia perché anche i nostri Carabinieri sono, ad ora, vittime in questa vicenda". E’ il commento di Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia, in una nota nella quale replica alla garante dei detenuti della Sardegna, Irene Testa, che dopo la notizia della morte del 57enne di Bultei Gianpaolo Demartis ha definito il taser "strumento di tortura legalizzata".

“I militari ora devono subire un'indagine e portano con sé l'angoscia per il decesso, avvenuto dopo che avevano svolto il proprio dovere intervenendo per la salvaguardia dell'ordine pubblico e della sicurezza, per altro anche con le contusioni subite durante l'intervento", aggiunge Deidda.

Poi si domanda: “La garante dei detenuti, Irene Testa, in che veste è intervenuta sulla vicenda? Come garante o come segretaria dei Radicali? Dovrebbe ricordarsi che ricopre un incarico istituzionale e ogni volta che si esprime o prende una posizione lo fa in virtù di tale incarico. Pertanto, dovrebbe pesare le parole e non utilizzare il suo ruolo in modo improprio con battaglie personali sul Taser o contro le nostre forze dell'ordine”, conclude.