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"Ritengo che le affermazioni della garante regionale dei detenuti Irene Testa siano a dir poco vergognose. In primis, la procura sta conducendo un'indagine sul caso e non è ancora definita la causa del decesso dell'uomo; alla cui famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze, in questa fase è doveroso attendere gli esiti degli accertamenti". Sono le parole, scritte attraverso una nota, del deputato sardo della Lega, Dario Giagoni che replica alla garante Irene Testa che, riferendosi al caso, avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi, del 57enne di Sassari, Giampaolo Demartis, arrestato a Olbia con un taser, e successivamente morto in ambulanza, ha parlato del taser come di uno "strumento di tortura legalizzata".
"Inoltre - dice ancora Giagoni - ritengo inaccettabile etichettare il taser come strumento di tortura. Le forze dell'ordine lo impiegano solo quando necessario, per proteggere vite e prevenire reati - spiega il deputato della Lega -. L'uso responsabile del taser è stato utile in molte situazioni per immobilizzare persone in stato di alterazione che rischiavano di essere pericolose per la comunità, non va demonizzato ma contestualizzato".
"Riguardo all'episodio di Olbia - aggiunge Giagoni - anche qui è essenziale valutare i fatti nel loro complesso: un carabiniere è stato ferito e civili sono stati aggrediti. L'obiettivo è garantire la sicurezza pubblica, e dinnanzi a delle aggressioni purtroppo non si possono usare le belle parole radical chic che vengono poi propinate con il solo condannabile intento di strumentalizzare l'episodio contro la legalità. Prima di esprimere giudizi pubblici, invito ad attendere gli esiti delle indagini e le cause del decesso. Sono assolutamente certo che i carabinieri abbiano agito nel pieno rispetto della legge per tutelare sicurezza e legalità. Esprimo loro la mia totale vicinanza e solidarietà augurando a chi è stato vittima del ferimento una pronta e totale guarigione".
"Chi indossa una divisa si trova troppo spesso sotto accusa per aver svolto il proprio dovere, chi indossa una divisa rischia la sua vita per il prossimo, sarebbe assolutamente ridicolo pensare di privarli di uno strumento che non ha lo scopo di uccidere ma solo di immobilizzare chi delinque", conclude il deputato.
I FATTI
Giampaolo Demartis, 57enne di Bultei, è stato bloccato con il taser dai carabinieri dopo un episodio di violenza a Olbia ed è poi deceduto mentre veniva trasportato in ambulanza verso l'ospedale.
La vicenda è avvenuta nel quartiere di Santa Mariedda, quando l'uomo, residente a Sassari, ha iniziato a creare scompiglio, mettendo in allarme i passanti e attaccando sia civili che militari intervenuti. Durante il tragitto in ambulanza, l'uomo ha subito un arresto cardiaco e non è stato possibile rianimarlo nonostante i tentativi del personale medico del 118.
Secondo le prime informazioni, l'uomo era in uno stato di totale perdita di controllo, portando i carabinieri a utilizzare il taser per fermarlo. Durante l'arresto, il 57enne avrebbe anche ferito un militare al volto. Il Sindacato Indipendente dei Carabinieri ha espresso solidarietà ai propri colleghi, sottolineando che l'intervento è stato condotto con professionalità e nel rispetto delle procedure operative previste per situazioni simili. La Squadra Anticrimine della Polizia di Stato sta investigando sul caso. La Procura di Tempio Pausania ha avviato un'indagine sulla morte dell'uomo.
DISPOSTA L'AUTOPSIA
L'autopsia sulla salma di Gianpaolo Demartis verrà eseguita nella tarda mattinata di giovedì 21 agosto, ed è stata disposta dal procuratore della Repubblica del Tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, che sta supervisionando le indagini al fine di determinare con precisione le cause del decesso.