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È stato incaricato il perito informatico Andrea Cappai di eseguire la copia forense dei dispositivi tecnologici appartenenti a Emanuele Ragnedda, l’imprenditore vitivinicolo 41enne di Arzachena reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa nella tenuta ConcaEntosa la notte tra l’11 e il 12 settembre e ritrovata dodici giorni dopo.
L’obiettivo della pm Noemi Mancini, che conduce le indagini insieme al procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, è quello di ricostruire i contatti e gli scambi di Ragnedda nei giorni successivi al delitto. Il tecnico dovrà analizzare il computer dell’imprenditore e un telefono di riserva in suo possesso da circa un mese prima dell’omicidio: il dispositivo principale, infatti, si era rotto e l’uomo ne utilizzava un altro per accedere ai profili social e gestire le comunicazioni personali.
Quel telefono, però, non è stato ancora ritrovato, così come mancano all’appello gli effetti personali e il cellulare di Cinzia Pinna. L’analisi dei dispositivi digitali potrebbe ora fornire elementi chiave per chiarire le azioni e le relazioni dell’assassino nei giorni in cui tentava di celare il delitto.






