Cinzia Pinna è solo l'ultima di un lungo e drammatico elenco di femminicidi dall'inizio del 2025 in Italia.

Secondo i recenti dati del Viminale relativi ai primi sette mesi dell'anno, sono state oltre 60 le donne uccise, e le ultime vittime ad agosto includono Hayat Fatimi, 46 anni, Tiziana Vinci, 54 anni, Tina Sgarbini, 47 anni e la 33enne Cinzia Pinna, uccisa a Palau per il cui delitto è stato arrestato ieri, mercoledì 24 settembre, il reo confesso Emanuele Ragnedda, noto imprenditore.

Tutte sono state uccise da uomini, oltre il 50% da partner o ex partner, secondo i dati del Ministero dell'Interno. In particolare, si registra che 38 vittime sono state uccise dal marito, dal compagno o dall'ex compagno, e tra queste vi sono 18 vittime di origine straniera.

I femminicidi all'interno di contesti familiari o affettivi ammontano a 51, costituendo la maggioranza degli omicidi di donne, con oltre l'80% delle vittime appartenenti a questa categoria. Le ammonizioni effettuate dai questori quest'anno sono state 7.571, segnando un incremento del 70,6% rispetto all'anno precedente. Di queste, 2.731 sono state emesse per stalking (+84,6%) e 4.840 (+63,6%) per violenza domestica.

All'8 agosto scorso, erano attivi sul territorio nazionale 12.192 braccialetti elettronici, di cui 5.929 per antistalking, secondo i dati del Ministero dell'Interno. Le storie di Eliza Stefania Feru, operatrice socio-sanitaria di 29 anni uccisa dal marito in Umbria, la prima vittima di femminicidio del 2025, e di Cinzia Pinna si intrecciano con quelle di studentesse come Ilaria Sula e Sara Campanella, entrambe di 22 anni, accoltellate a breve distanza l'una dall'altra a Roma e Messina, e di Martina Carbonaro, di soli 14 anni, uccisa dall'ex compagno di 19 anni.

Questi nomi e vicende personali sono interconnessi con i dati statistici, che risultano fondamentali per contrastare il fenomeno e onorare la memoria delle vittime.