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Si è svolta oggi a Cagliari, all’Arnas Brotzu, la giornata di sensibilizzazione dedicata alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le donne. Un appuntamento caratterizzato da un programma multidisciplinare che ha riunito professionisti del settore sanitario, giuridico, sociale, educativo e culturale. Presente anche la presidente della Regione, Alessandra Todde.
Nel suo intervento, la governatrice ha sottolineato il valore della rete che opera quotidianamente sul territorio e la centralità dell’approccio integrato: “Il programma di oggi dimostra quanto sia fondamentale mettere insieme competenze diverse. La violenza di genere – ha chiarito – non è un fenomeno che si affronta solo con strumenti medici o psicologici: richiede competenze legali, sociali, educative e culturali. L’interdisciplinarità è la vera forza di questa rete”.
Todde ha evidenziato il messaggio che l’evento intende trasmettere all’intera comunità: “Alle donne dobbiamo dire con chiarezza che non sono sole. Lo facciamo attraverso il lavoro quotidiano del Codice Rosa, dei percorsi di accoglienza e tutela, attraverso la collaborazione con tribunali, procure, forze dell’ordine, centri antiviolenza e servizi sociali. Ma il contrasto alla violenza non può essere compito esclusivo di chi opera nel settore: deve coinvolgere tutti”.
Un passaggio centrale del suo discorso ha riguardato gli ostacoli economici che spesso frenano le vittime dal denunciare: “Molte donne non denunciano perché – ha spiegato – temono di trovarsi senza indipendenza economica, senza sicurezza, con responsabilità di cura che ricadono solo su di loro. Su questo dobbiamo fare di più. Gli strumenti economici sono fondamentali”.
Todde ha richiamato anche l’importanza del linguaggio e del clima culturale che alimenta stereotipi e discriminazioni: “Le parole possono ferire come pietre. È inaccettabile sminuire o ridicolizzare questi temi, relegandoli a una nicchia. La violenza va contrastata ogni giorno, non solo nelle giornate dedicate. Nessuna persona dovrebbe essere svalutata o sottoposta a pressioni solo perché ritenuta debole o fuori dagli standard sociali”.
In chiusura, l’appello a una trasformazione profonda della società: “Dobbiamo costruire un mondo in cui il femminicidio non sia solo inaccettabile, ma sia impossibile anche da immaginare. Un mondo in cui cultura, logica e società non lascino spazio alla violenza. È una responsabilità collettiva”.







