PHOTO
Nei giorni scorsi, presso la Base Navale di Villasimius, è stata svolta un'operazione di recupero di una rete "fantasma" segnalata da un sub. Questa rete era posata sul fondale marino di fronte a Cala Caterina, all'interno dell'Area Marina Protetta.
Grazie alla collaborazione dei sub di un'associazione di diving, che hanno fornito supporto essenziale durante l'operazione, la rete è stata collegata e recuperata dalla motovedetta "Tore Ena" del Corpo Forestale della Base Navale di Villasimius. Il lungo tratto di rete, lungo oltre 300 metri, stava catturando pesci destinati a una morte certa. Al momento del recupero, sono stati salvati 20 esemplari tra cicale di mare, dentici e altre specie ittiche.
Il fenomeno delle reti fantasma
Le reti fantasma, abbandonate o smarrite in mare, rappresentano una grave forma di inquinamento marino, in quanto gli animali intrappolati al loro interno muoiono, dando vita a un effetto di "pesca fantasma".
L'impatto ambientale di queste reti dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di rete, il peso, le dimensioni e la presenza di specie vulnerabili nella zona. Una volta liberate dal carico di pesce, le reti possono continuare a intrappolare altre specie, minacciando la biodiversità marina.
Oltre ai danni biologici, le reti contribuiscono all'inquinamento da plastica, rilasciando tossine e trasformandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare. Il Corpo Forestale svolge un ruolo fondamentale nel recupero delle reti fantasma, lavorando per proteggere l'ambiente marino e la biodiversità. Questa importante attività è resa possibile grazie al supporto dell'Associazione di diving.





