A Pontida, tra cori e applausi per Matteo Salvini, che nonostante le dimissioni dal pronto soccorso di Chiari ha voluto esserci definendo i militanti "il suo riposo", a rubare la scena è stato anche Roberto Vannacci. Il vicesegretario della Lega, intervenuto davanti ai giovani del partito, ha sottolineato come "il vittimismo non fa parte della destra" e ha rivendicato la scelta di affrontare senza paura i rischi connessi al suo ruolo: "Io non ho paura, ma sono consapevole dei rischi. La scorta me la faccio da solo e gestisco la paura perché sono le mie convinzioni".

Poi l’affondo più identitario, rivolto ai ragazzi: "Non dobbiamo solo parlare di Charlie Kirk, dobbiamo esserne gli eredi nei palazzetti dello sport, nelle scuole, nelle strade e nelle piazze. Qualsiasi idea che avete non è mai sbagliata. Qualsiasi idea si combatte con il dubbio, le domande e le spiegazioni, non con la censura, con i tribunali e tanto meno a fucilate. Quindi tutti noi qua oggi siamo come Charlie Kirk e ne porteremo l'eredità nel sangue, nelle vene e tra la gente".

Ai cronisti Vannacci ha chiarito di non aspirare alla segreteria della Lega: "Io segretario della Lega? No, aspiro a continuare a fare il mio lavoro, che è quello di europarlamentare, al meglio delle mie possibilità". Sulla questione Salis ha invece auspicato che la Commissione voti per revocare l’immunità.