Nel 2024 gli italiani hanno speso oltre 157 miliardi di euro nel gioco d’azzardo: un fenomeno che coinvolge 18 milioni di persone, tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci e sale bingo. Ma dietro la “fortuna” si nasconde un sistema che pesa sulla vita di milioni di cittadini. Secondo le stime, 1 milione e mezzo di giocatori è patologico (il 3% degli adulti) e altri 1,4 milioni sono a rischio moderato. In totale, quasi 3 milioni di italiani vivono una relazione problematica con l’azzardo.

A trarne vantaggio, sempre più spesso, sono le mafie, che hanno trasformato il gioco in un terreno di conquista. Le relazioni della Direzione nazionale e di quella investigativa antimafia, analizzate nel dossier di Libera “Azzardomafie”, rivelano la presenza di 147 clan attivi tra settore legale e illegale, con inchieste condotte da 25 Procure Antimafia in 16 regioni. Un affare diffuso, che intreccia riciclaggio, corruzione e povertà sociale.

Il dossier – commenta Luigi Ciotti, presidente nazionale di Liberaci restituisce l'immagine di un Paese in bilico: da un lato la voglia di riscatto sociale, dall'altro un meccanismo che specula sulla vita delle persone”. Dietro ogni slot o gratta e vinci, ricorda Ciotti, “ci sono adolescenti che scommettono di nascosto, anziani che si giocano la pensione, famiglie che si sfaldano nel silenzio. Dobbiamo smascherare l’inganno”. Un inganno che, legale o illegale che sia, “rischia di essere sempre e comunque un grande imbroglio ai danni dei cittadini”.