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La conferma più attesa, quella che, dopo 18 anni, potrebbe cambiare il corso delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, è arrivata via posta elettronica certificata. Una mail, firmata dalla perita del Tribunale di Pavia Denise Albani, accompagnata da grafici, tabelle, analisi biostatistiche: gli stessi strumenti che già il consulente della Procura, Carlo Previderé, aveva utilizzato per attribuire il Dna trovato sotto le unghie della vittima ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara.
L’analisi biostatistica, una metodologia che nel 2014 non era ancora disponibile ma che oggi rappresenta lo standard internazionale, ha infatti confermato la piena compatibilità tra l’aplotipo Y di quella traccia genetica e la linea maschile della famiglia Sempio. Un risultato che, secondo quanto riportato da Corriere della Sera, Repubblica e Il Messaggero, restringe la possibile appartenenza a un numero ristrettissimo di individui: i parenti maschi dell’indagato.
L'anticipazione sarà cristallizzata nella perizia definitiva che Albani depositerà a inizio dicembre e che verrà discussa in udienza a Pavia il 18 dello stesso mese.
La perizia firmata da Albani ribalta quanto sostenuto nel processo d’appello dal genetista Francesco De Stefano, che nel 2014 aveva definito “non consolidato” il Dna estratto da due unghie di Chiara Poggi.
Il 18 dicembre saranno le parti a discutere per quale ragione quella traccia biologica sia finita sulle mani di Chiara Poggi. Per contatto diretto, cioè, negli istanti del delitto del 13 agosto 2007, o da trasferimento da un altro oggetto toccato da Andrea Sempio in altri momenti in cui ha frequentato casa Poggi.






