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“Siamo disgustati dalle notizie, dalle affermazioni che sono state fatte in questi giorni, nelle varie trasmissioni televisive. Si continua a infangare la memoria di nostra figlia.” È un grido di dolore e di rabbia quello di Giuseppe Poggi e Rita Preda, i genitori di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
A quasi diciotto anni dal delitto, la famiglia torna a parlare pubblicamente dopo l’ennesima ondata di notizie che rimettono in discussione la storia di Chiara. “Nostra figlia era una ragazza pulita. Pulita, semplice, non aveva misteri, non aveva segreti, non aveva amanti. Ho sentito anche quello ieri sera”, dicono i genitori, riferendosi alle nuove insinuazioni rilanciate da alcune trasmissioni televisive.
In particolare, nelle ultime settimane si è parlato nuovamente di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, indagato per omicidio in concorso nell'ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco (per il ritrovamento di tracce di dna sui margini delle unghie della ragazza).
I tabulati telefonici di Sempio e della sua cerchia di amici vengono oggi rianalizzati per verificare la tenuta del suo alibi. Proprio Marco Poggi, già all’epoca, aveva raccontato agli inquirenti quanto fosse normale che Sempio frequentasse la loro casa, utilizzasse il computer collocato nella stanza di Chiara e partecipasse alla vita quotidiana dei ragazzi. Un’amicizia nata tra i banchi di scuola e cresciuta negli anni.
"Nostra figlia era una ragazza pulita. Pulita, semplice, non aveva misteri, non aveva segreti, non aveva amanti. Ho sentito anche quello ieri sera. Non aveva due telefoni. Non aveva due telefoni e non si può difendere. Quello che è grave è che si fanno delle insinuazioni su una ragazza che non si può difendere. Questo è il massimo che si poteva fare - aggiungono i genitori di Chiara -. Adesso è giunto il momento di dire basta. Noi non tollereremo più che si infanghi la memoria di nostra figlia".
Secondo la famiglia, la verità sull’omicidio è già stata scritta. “Per noi la verità sulla morte di nostra figlia è quella che risulta dalla sentenza resa definitiva dalla Cassazione nel 2015”, ribadiscono i genitori, riferendosi alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere per Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara.
Intanto, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che assistono la famiglia Poggi, denunciano: “La famiglia Poggi è da settimane vittima di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando nemmeno l'amata Chiara. Ieri sera la trasmissione le Iene ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con 'un uomo adulto', utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta, già all'epoca ritenute del tutto false".
Un dolore, quello della famiglia, che non si spegne e che continua a riaffiorare, ogni volta che la memoria di Chiara viene strumentalizzata e messa in discussione. “Non aveva due telefoni. Non aveva due telefoni e non si può difendere”, ripetono i genitori. “È davvero squallido".