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È morto stasera a Roma all’età di 89 anni Pippo Baudo, simbolo della televisione italiana. La notizia, appresa dall’ANSA da fonti vicine alla famiglia, è stata confermata dal suo storico legale e amico fraterno, l’avvocato Giorgio Assumma.
Per oltre sei decenni Baudo è stato un protagonista assoluto del piccolo schermo, capace di coniugare popolarità e autorevolezza. Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, figlio di un avvocato, si laureò in Giurisprudenza prima di scegliere la strada dello spettacolo. «Debuttai in La conchiglia d’oro nel 1959 come pianista – ricordava – ma al provino Rai, come presentatore, fu un trionfo».
Da lì l’ascesa inarrestabile: Settevoci, Canzonissima, Domenica in, Fantastico, Serata d’onore, Novecento. È stato il mattatore di 13 Festival di Sanremo, dal 1968 al 2008, stabilendo nel 1987 un record di ascolti con 17 milioni di spettatori. La sua carriera ha attraversato momenti di gloria e crisi, esperienze brevi a Mediaset, polemiche e rilanci, ma sempre con la forza di un carattere che non si arrendeva.
Non solo conduttore, ma anche talent scout: Baudo ha lanciato artisti come Lorella Cuccarini, Heather Parisi, Giorgia, Laura Pausini, Fabrizio Moro, Barbara d’Urso e Beppe Grillo. «Ho avuto molto dal Festival, ma ho anche dato molto», amava dire.
La sua vita privata è stata intensa: due figli, Alessandro e Tiziana, e un matrimonio celebre con Katia Ricciarelli, finito nel 2007. Negli ultimi anni le apparizioni tv si erano diradate, ma a febbraio 2024 era tornato davanti alle telecamere per La Tv fa 70.
Se n’è andato “l’uomo catodico” che, come scrisse qualcuno, ha segnato non solo la storia della televisione, ma anche quella di un Paese cresciuto con la sua voce familiare nelle case.