Padre e figlio rimangono in carcere, ancora nessuna traccia dei due fratelli Davide e Massimiliano Mirabello
Questa mattina interrogatorio in teleconferenza (disposizioni sul Covid-19), tra il carcere di Uta e la Procura con i due indagati di duplice omicidio: il gip ha convalidato il fermo
Di: Alessandro Congia
“Il Gip ha convalidato il fermo e la misura della detenzione in carcere per Joselito e Michael Marras i quali, come prevedibile si sono avvalsi della facoltà di non rispondere”.
Interrogatorio in teleconferenza tra Carcere e Procura
Lo fa sapere l’avvocato Gianfranco Piscitelli: “Io, insieme alla sorella degli scomparsi Caterina Mirabello, di cui sono legale di fiducia – afferma Piscitelli - sono sempre più convinto che si sia trattato di un omicidio premeditato, e che Massimiliano e Davide sono stati attirati in una trappola: la provocazione a Davide era studiata – ribatte il legale cagliaritano - conoscendo a priori la reazione che ci sarebbe stata. Inoltre sono certo che ci sono degli altri complici anche perché sicuramente i corpi non sono stati portati via con la Panda dei Marras. Ed il coltello comparso dopo sei giorni? Ma il cerchio si stringe – conclude Gianfranco Piscitelli - presto avremo risposte”.
Le ricerche
Intanto proseguono incessanti le ricerche dei corpi dei due fratelli calabresi: in ausilio ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Cagliari, anche i colleghi della Compagnia di Dolianova, gli uomini del 9° Battaglione, i Cacciatori di Sardegna e i cani molecolari: Davide, 35enne e Massimiliano, 40 anni, sono usciti di casa domenica 9 febbraio a Dolianova senza fare più ritorno.
Gli avvocati che li rappresentano, Maria Grazia Monni e Patrizio Rovelli, si legge da Ansa Sardegna - sono pronti a dare battaglia. Secondo i legali "gli indizi relativi alla responsabilità dei due indagati sono inconsistenti e propongono, come certa, una responsabilità fondata su una ricostruzione dei fatti meramente congetturale.
L'accertamento del Ris dei Carabinieri si basa su un unico reperto – si apprende sempre da Ansa Sardegna - si parla di semplice 'compatibilità' con il sangue di uno degli scomparsi". In particolare i legali si riferiscono alla 'prova regina' recuperata dai carabinieri: una traccia di sangue trovata sulla portiera lato guidatore della Fiat Panda sequestrata alla famiglia Marras pochi giorni dopo la scomparsa dei due fratelli. Il sangue - scrive sempre Ansa Sardegna - secondo gli accertamenti eseguiti dal Ris di Cagliari, è di Davide Mirabello. I legali hanno annunciato che chiederanno la scarcerazione di padre e figlio.