Cagliari

I no vax scendono nuovamente in piazza a Cagliari al grido di "no Green pass, libertà"

Si propongono future manifestazioni sull'uscio dell'albergo di Alghero dove alloggia Mattarella. Gli vorrebbero far capire che "is pipius non si toccan"

I no vax scendono nuovamente in piazza a Cagliari al grido di

Di: Patrizio Carboni


Cagliari ore 18.00 del 07 agosto 2021,  la gente inizia ad affluire in piazza Garibaldi. Gli slogan sempre gli stessi: "no green pass, libertà," con l'aggiunta di "assassini" all'indirizzo (suppongo) di big pharma. 

Dopo circa mezz'ora, seguito dai lampeggianti delle forze dell'ordine, il corteo si sposta per raggiungere il bastione di Saint Remy in piazza Costituzione, per rappresentare, dicono i megafoni improvvisati, la Costituzione e i suoi diritti calpestati. 

A Cagliari non si è seguito l'esempio di Milano. Polizia e Carabinieri se ne stanno dunque da parte. Slogan, trombette, striscioni raccolgono diverse centinaia di persone che si sentono defraudate dal loro diritto di non essere costretti alla punturina. Si propongono future manifestazioni sull'uscio dell'albergo di Alghero dove alloggia Mattarella, al quale vorrebbero far capire che "is pipius non si toccan".  

Con le bandiere tricolore che sventolano dai bastioni delle mura antiche vorrebbero forse rappresentare un'Italia unita nella protesta. Ma sarà così? Purtroppo non proprio. Uscendo dalla piazza il nostro bel paese è un abituè della spaccatura. Esclusi europei e mondiali del calcio o medaglie olimpiche, così è e cosi sempre sarà.

Tra gli stessi manifestanti non vi è sempre unità di idee e di intenti. Stasera poi si sente la mancanza di esperti del diritto e dell'immunologia. Così gli improvvisati oratori vorrebbero eliminare mascherine ("non servono a nulla") e combattere il covid con infusi della pianta elicriso. Intervisto a quel punto uno sparuto gruppo di sanitarie, tra loro due biologhe, un infermiere e un medico. Mi dicono che alcune ricette proposte dall'oratore di piazza fanno perdere credibilità a queste manifestazioni, partite col piede giusto, salvo poi deviare su proposte insensate e proclami da siparieto.

"Peccato" dicono, "siamo qui  per protestare sulle limitazioni della libertà individuale e per chiedere le cure domiciliari precoci, le quali insieme alle terapie che hanno dimostrato di funzionare, come il plasma iperimmune, potrebbero sensibimente diminuire le ospedalizzazioni e soprattutto le morti,  ma pensare che il pericolo non esista, beh, qui siamo alla cecità più totale". 

Leggo nei loro occhi e percepisco dalle loro parole  la delusione per uno stato che manda a casa migliaia di professionisti che dopo anni e anni di studi, la laurea, le specializzazioni, i master, i turni massacranti in corsia, sono trattati come appestati, ignoranti, no vax e chi più ne ha più ne metta, in questo valzer discriminatorio di propaganda per il vaccino miracoloso. Il quale sarà pure miracoloso, speriamo, ma chissà!

Questo lo vedremo tra pochi mesi quando il generale inverno presenterà il conto ai vaccinati come ai non, ma intanto se vuoi continuare a mangiare, studiare, divertirti, ad andare in palestra o in piscina, caro cittadino italiano, devi sottoporti ad una sperimentazione di massa e ti prendi pure le responsabilità, firmandomi il consenso informato. Consenso informato? E chiamiamolo così se ci fa piacere. Ma le due parole non mi pare combacciano con il loro significato letterale, ne con la realtà.  In quanto un "consenso" è dato da chi VUOLE fare un qualcosa, non da una persona sotto ricatto statale.

Mentre "informato" dovrebbe significare invece che ci informano dei rischi che corriamo a breve, ma soprattutto a lungo termine. Cosa questa oggi impossibile per chiunque, visto che sto vaccino ancora non è stato testato nel tempo. E considerato che vaccini per morbillo, parotite o rosolia hanno richiesto decenni di sperimentazioni e miglioramenti per limitare i danni da effetti collaterali, in tanti (anche se non scendono in piazza) credono che inocularsi qualcosa che invia una spike direttamente al sistema immunitario, debba necessariamente essere osservato prima in un numero ristretto di persone volontarie.

Gente questa con grandi attributi che si prende in spalla i destini del mondo, da porre sullo stesso piano di chi va alla guerra o di chi parte volontario per aiutare popolazioni meno fortunate che vivono in culo al mondo. Il problema è che non possiamo pretendere che tutti siano altrettanto coraggiosi o eroi volontari. E questo ragazzi, che piaccia o non piaccia ai vaccinofili di oggi è un diritto sacrosanto. Sancito dalla Costituzione, dai Regolamenti europei e dalla Convenzione sui diritti umani.

Già la nostra Costituzione basterebbe. Lo dobbiamo ad Aldo Moro, il quale nel 1947 convinse gli altri membri della costituente ad inserire nell'art 32 al 2° comma la frase: " la legge non può in NESSUN caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", punto e basta. Fine degli obblighi!! Anche il più distratto professore di diritto costituzionale, sino alla comparsa di questo cataclisma fobico-sanitario, avrebbe fatto saltare a calci dalla sedia lo studente che avesse prospettato l'idea di far passare una legge che ti obbliga a sperimentare un farmaco. Pensate che la legge Basaglia, la quale permette di eseguire un TSO ai matti, ha rischiato un referendum abrogativo anche se chiudeva i manicomi. Questo perché per essere approvata ha dovuto passare il vaglio del consenso. Il consenso è infatti necessario per qualunque trattamento si voglia somministrare, salvo che una persona non sia dichiarata dal giudice incapace di intendere e di volere.

La Russia, che oggi in tanti definiscono un regime e che verso il quale lo stesso stato italiano ha approvato l'embargo della UE, pure autocalpestandosi i cosiddetti perché riguarda anche il settore agroalimentare per il quale il paese di Putin rappresentava un mercato importante, ci sta dando una lezione di grande civiltà e democrazia. Ha messo a disposizione un vaccino per chi lo vuole fare, raccomandandolo, ma senza obbligare nessuno. Quando un cittadino si prende il virus deve stare a casa e lo stato gli manda subito un medico che lo visita e gli somministra già nelle prime fasi le terapie a disposizione. Altra differenza: lo Sputnik V, iniettato ad oggi a circa 3,5 miliardi di persone, è un vaccino di tipo tradizionale, niente vettori RNA o messaggi spike nelle vene, ma solo un semplicissimo virus attenuato. Il quale che funzioni o no, perlomeno è stato testato da decenni di  utilizzo per altre sintomatologie respiratorie.  

Eppure nessuno è obbligato a farlo...

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