Siniscola

Siniscola. Schiaffi e cinghiate contro la moglie incinta, condannato

Le minacce riascoltate al processo: "Ti impiccherò all’albero come un cane". Un anno e otto mesi per l'uomo

Siniscola. Schiaffi e cinghiate contro la moglie incinta, condannato

Di: Redazione Sardegna Live


E' stato riconosciuto responsabile di aver percosso la moglie anche durante la gravidanza, colpendola con schiaffi, calci e cinghiate. La donna aveva denunciato il coniuge, originario di Siniscola, di averla costretta a subire per lungo tempo angherie e violenze. In seguito alle indagini sulla vicenda, il gup del tribunale di Nuoro Teresa Castagna ha condannato l’uomo a un anno e otto mesi per maltrattamenti in famiglia. Il pm aveva chiesto per l'imputato una pena di due anni e sei mesi.

Il legale del condannato, l'avvocato Giuseppe Casu, pur non negando le minacce rivolte dal suo assistito alla moglie, ha sostenuto che alla base del comportamento violento ci fosse la frustrazione dell’uomo dovuta alla mancata possibilità di vedere il figlio dopo la separazione dalla donna.

Tutto ha inizio nel luglio del 2017, da allora, come ricostruito dalle indagini, le violenze si sarebbero protratte fino al marzo del 2019. Gli inquirenti, come riportato da La Nuova Sardegna, hanno ricostruito come l’uomo aveva sottoposto la donna "a continue vessazioni fisiche e psicologiche, insultandola e minacciandola in più occasioni con frasi del seguente tenore “Non fai un c... . Tr... di mer... chiuditi quella bocca, ti riempio di botte, stai rischiando, attiri le mosche in casa quando ci sei, la sfiga che porti non è possibile. Ti ammazzo per questo. Ti impiccherò all’albero come un cane. Io sono sicuro che a te ti ammazzo".

L’uomo, accusando la moglie di aver istigato il figlio contro di lui, attaccava: "Sei un morto che cammina, non dormire sonni tranquilli perché ti ammazzo. Il bambino non mi riconosce più. Vi prendo a colpi di martello, a te e a tua madre".

Nel fascicolo dell’indagine anche alcuni messaggi vocali: "Io ti ammazzo veramente, io ti ammazzo veramente. Tu con me hai finito, ti giuro che che te la faccio pagare tutta questa storia. Se rompi ancora il c. io salgo adesso e ti faccio fuori oggi". La sentenza di primo grado ha stabilito la colpevolezza dell'uomo.

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