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La guerra '15-'18, diario di Giulio Parmigiani, “Sassarino” di Piacenza

La pubblicazione, a cura del giornalista Giuliano Masola, è una fonte inedita di scritti e immagini che mettono in luce gli orrori della Prima guerra mondiale e che aggiunge altre riflessioni sull’immane conflitto

La guerra '15-'18, diario di Giulio Parmigiani, “Sassarino” di Piacenza

Di: Dante Tangianu


Era il 1973, un anno prima della sua scomparsa, quando Giulio Parmigiani, classe 1894, giovane capitano della Brigata “Sassari” nella Grande Guerra, affermava: “…numerosissimi, ufficiali e soldati, li vidi scomparire in questo immane stillicidio di morte di cui allora non comprendevo le ragioni e lo scopo….e neppure ora”.

Erano dichiarazioni a margine degli ultimi ritocchi del suo diario di guerra, originato, intorno al 1935, sulla scorta di appunti e fotografie, nonché di altro materiale, risalenti a quegli interminabili giorni in trincea quale comandante di compagnia.

Oltre a carta e penna, l’ufficiale aveva, dunque, anche un altro oggetto di “corredo”. Era la sua macchina fotografica Kodak 8-10 “che mi seguì fedelmente per tutta la guerra”.

Il giovane Giulio Parmigiani, appartenente a una nota famiglia di farmacisti piacentini, non aveva, però, nulla dell’inviato o corrispondente di guerra. Era solo un soldato, comandante di compagnia, né avrebbe potuto e voluto fare altro.  Nella tragica sequela degli eventi, non gli restavano che pochi momenti per scrivere appunti e fare delle immagini, senza nessuna intenzione, peraltro, di renderli noti, un giorno, se non a livello familiare.

È proprio in tal senso, infatti, ebbe modo di affermare: “Ho scritto i miei ricordi di guerra, non per vanità od ostentazione, ma perché forse un giorno i miei figli o i miei nipoti, saranno presi dalla curiosità di sapere qualche cosa di quanto fece il loro papà o il loro zio”.

Non andava, dunque, oltre il perimetro delle mura domestiche riguardo alla prospettiva di far conoscere la sua esperienza di guerra.

E ciò anche, teneva ancora a sottolineare, in quanto “I veri combattenti di 1^ linea sono gli oratori meno eloquenti della Grande Guerra, perché il loro orizzonte era molto limitato e si restringeva al solo loro settore e al breve spazio ai lati, e nulla potevano vedere di quanto accadeva altrove”. 

L’affermazione, però, Giulio Parmigiani non la chiudeva lì, perché caso mai “Sarà fatica poi di chi le leggerà, l’inquadrare nelle grandi linnee della storia dell’immane conflitto, le poche cose che verrò esponendo”. E qui sta il punto, e cioè il vero motivo per cui i Ricordi di Guerra del “sassarino” di Piacenza, ben conservati tra le mura domestiche, hanno poi inevitabilmente sconfinato il limitato perimetro familiare, grazie al valore, attraverso la donazione del Diario alla Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza, attribuito al manoscritto e alle immagini dagli eredi dell’autore.

Hanno fatto seguito, subito dopo, tutti coloro – dal curatore Giuliano Masala ai Comuni di Piacenza e Parma e altri ancora - che  hanno reso possibile la conoscenza e la divulgazione dello stesso Diario e che non hanno avuto alcuna difficoltà a riconoscere la lucidità dell’uomo di scienza e lo spessore del suo registro linguistico colto e comunicativo nella descrizione dei fatti. 

Soprattutto queste due ultime caratteristiche, unitamente alle fotografie che ancor più feriscono lo spirito umano del lettore, sono le molle che consentono al racconto, ancora oggi, quel balzo in avanti che porta all’attualità fatti e tragedie sempre vivi. Così come quelli che le guerre, anche vicino a noi, che ora, ma non da ora, il mondo sta vivendo e che flagellano e funestano popoli innocenti.

Le esperienze belliche del passato, la Shoah, ci appaiono ancora consegnati alla storia senza che siano serviti ad allontanare definitivamente i conflitti tra Stati e con essi gli interessi egoistici degli uomini. Tutti i popoli della Terra hanno memoria delle guerre e ne temono il ripetersi. È tra i loro governanti che si annida l’odio dell’uno verso l’altro e la pseudo cultura di falsi nazionalismi capaci di scatenare conflitti che a loro volta provocano sterminio e distruzione.

Oggi è il Giorno della Memoria. Servirà a richiamare e scuotere le coscienze di chi si sta macchiando di tanto orrore in molte parti del pianeta? Avere memoria del passato non serve a chi già la possiede, ma ai governanti e al loro seguito che non l’hanno mai avuta, perché se non si riflette sui crimini del passato, un futuro non ci sarà per nessuno, neppure quello che gli stessi governanti preconizzano.

Foto Giulio Parmigiani, dai "Ricordi" 
Maria Rosa Parmigiani, nipote di Giulio,e Giuliano Masola

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