Ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del Pd”. Con questa frase, in maiuscolo e tono provocatorio, Roberto Vannacci ha aperto uno dei suoi ultimi post su Facebook. Nel lungo messaggio, l’ex generale e attuale eurodeputato leghista ha offerto una personale “lezione” di storia sul fascismo, definendo la Marcia su Roma “poco più di una manifestazione di piazza” e sostenendo che “il fascismo, almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino”.

Parole che hanno scatenato un’ondata di indignazione politica e pubblica. Sotto il post centinaia di commenti accusano Vannacci di revisionismo e apologia del fascismo, ricordando i crimini del regime, il delitto Matteotti – del tutto assente nel suo racconto – e le leggi razziali.

Nel suo post, corredato da immagini di volumi dello storico Renzo De Felice, Vannacci ricostruisce il percorso del duce, insistendo sul consenso popolare: “Il 15 maggio 1921 Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia”.
Poi la tesi più controversa: “La Marcia su Roma non fu un colpo di Stato, ma una manifestazione di piazza. Il Regio Esercito avrebbe potuto fermarla, ma il re decise di convocare Mussolini e affidargli un governo di coalizione”.

Secondo Vannacci, inoltre, “tutte le principali leggi, comprese quelle razziali del 1938, furono approvate dal Parlamento e promulgate dal re secondo le procedure previste dalla legge”.

La reazione del Partito Democratico è durissima. “La rivendicazione del fascismo che il vice segretario della Lega porta avanti è qualcosa di vergognoso – dichiara il senatore Francesco Verducci –. È revisionismo falso e inaccettabile. Se la Lega è ancora un partito antifascista, come dichiarato dal suo fondatore Umberto Bossi, allora tolga a Vannacci un ruolo che è un’offesa alla Costituzione e alla Repubblica”.

Sulla stessa linea Simona Malpezzi, senatrice dem: “Pensare di riscrivere la storia in modo così superficiale è indecente. Vannacci non ha idee per il Paese e si aggrappa alla provocazione più triste: riabilitare una dittatura sanguinaria”.

Da Avs, la capogruppo Luana Zanella parla di “populismo grottesco”: “Sconfitto alle urne, Vannacci straparla di fascismo aizzando il popolo dei social. Non è un uomo pericoloso, ma ridicolo. Sarebbe bello un moto di orgoglio da parte della Lega, che fu federalista e antifascista”.

Alle accuse, Vannacci replica sostenendo di essere stato frainteso: “Non ho fatto altro che riportare fatti storici riscontrabili, citando fonti accademiche. Se continuano con queste polemiche, il prossimo libro sarà La storia al contrario”.