Recepimento sì, ma “in modo ragionato e selettivo”. È la linea scelta dalla Regione Sardegna sul decreto-legge Salva Casa, in vista della definizione di un nuovo quadro normativo in materia di edilizia. Obiettivo: armonizzare la disciplina nazionale con la normativa regionale, come la legge 23/1985, su cui l’isola vanta competenza primaria.

La nostra priorità – spiega l’assessore dell’Urbanistica Francesco Spaneddaè quella di costruire un quadro normativo unitario, chiaro e coerente, che possa guidare efficacemente professionisti, cittadini e amministrazioni locali”.

Nel rispondere alle osservazioni del Governo, l’assessore chiarisce che la Regione ha accolto “tutte le indicazioni del Salva Casa che realmente semplificano la vita dei cittadini sardi e degli uffici tecnici, ma ha escluso quelle che, per la Sardegna, rischiano di produrre effetti distorsivi”.

Tra le misure non recepite c’è la possibilità di realizzare alloggi da 20 metri quadri. “Riteniamo che l’emergenza abitativa non si risolva incentivando la costruzione di case sempre più piccole – afferma Spanedda – ma con una politica seria e strutturata che garantisca spazi dignitosi. Parlare di alloggi da 20 metri quadri significa proporre abitazioni poco più grandi di un posto auto”.

Il disegno di legge approderà in Aula il 10 giugno. “Stiamo lavorando a un nuovo Testo Unico dell’Edilizia regionale – conclude Spanedda – che offra una sintesi chiara, organica e aggiornata, in linea con i principi di qualità urbana, sostenibilità e giustizia sociale”.