Un’economia che mostra segnali di ripresa ma convive con fragilità strutturali, in particolare nel sistema sanitario. È il quadro della Sardegna tracciato dal 32° rapporto del Crenos, che evidenzia un miglioramento sul fronte dell’occupazione e del turismo, a fronte però di un uso ancora diffuso di contratti atipici e di un sistema sanitario in forte sofferenza.

Ci sono dei segnali positivi – ha spiegato Anna Maria Pinna, direttrice del Crenosma anche fragilità conosciute. L’occupazione cresce, soprattutto in commercio, alberghi, ristorazione, agricoltura e costruzioni. La disoccupazione è ai minimi storici, ma l’incidenza dei contratti atipici è maggiore rispetto al tessuto nazionale: bisogna considerare non solo la quantità, ma anche la qualità. Bene il turismo, soprattutto internazionale, ma la sanità dà segnali molto preoccupanti”.

La rinuncia alle cure resta uno dei dati più critici: con un tasso del 13,7%, la Sardegna si conferma maglia nera in Italia, primato negativo mantenuto dal 2017. Le donne, in particolare, presentano una probabilità di rinuncia superiore del 30% rispetto agli uomini.

Un quadro che l’esecutivo regionale intende affrontare con un piano per ridurre le liste d’attesa. “Proprio oggi il Crenos sulla sanità ha messo un punto di attenzione che ovviamente noi stiamo accogliendo e su cui stiamo lavorando da mesi”, ha detto la presidente Alessandra Todde.

Il primo passo sarà il monitoraggio delle prenotazioni tramite sms ed email, per confermare o disdire le visite entro 48 ore. “Pensate che centomila sardi non si sono presentati alle visite prenotate, togliendo ad altri la possibilità di usufruirne”, ha denunciato Todde. “E attualmente nelle liste non viene neanche cancellato chi è deceduto. Questo non è accettabile”.

Seguirà la riorganizzazione del portale Cup e l’attivazione delle cosiddette “liste attive”, con spazi dedicati per i pazienti fragili. “Non promettiamo cambiamenti immediati, sarebbe una balla. Ma iniziamo da ciò che si può fare subito”, ha concluso.