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La premier Giorgia Meloni ha annunciato che si recherà al seggio in occasione del prossimo referendum, ma non ritirerà la scheda. Una scelta simbolica, motivata dalla volontà di distinguere tra il rispetto per l’istituzione e il dissenso sui contenuti della consultazione. “Banalmente ho detto che andrò al seggio perché sono un presidente del Consiglio e penso sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne e dell’istituto referendario”, ha dichiarato intervenendo alla seconda edizione de Il giorno de La Verità, a Palazzo Brancaccio, a Roma.
Meloni ha rivendicato il diritto all’astensione come strumento legittimo di dissenso: “Poi non condivido i contenuti dei referendum e, come sempre nella storia della nazione, quando non si condividono c’è anche l’opzione dell’astensione. Perché come ci insegna un partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, dei lavoratori e non”.
La premier ha infine sottolineato la necessità di coerenza e rispetto delle regole per tutti: “Io penso che bisogna essere seri: nella storia della Repubblica italiana tutti i partiti hanno fatto campagne per l’astensione quando non condividevano i referendum, i diritti valgono per tutti”. E ha concluso con una provocazione: “Non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti: dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o dei lavoratori e non lavoratori che non sono di sinistra?”.