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Sono circa 11,5 milioni gli elettori chiamati alle urne tra domenica e lunedì per scegliere i nuovi governatori e i Consigli regionali di Veneto, Campania e Puglia. I dati parziali diffusi dal Viminale alle 19 di domenica mostrano un’affluenza in discesa in Veneto, al 29,31% (quasi sei punti in meno rispetto al 2020), e in Puglia, al 23,67% (quasi quattro punti in meno). In Campania, invece, il dato è quasi in linea con quello di cinque anni fa, al 25,87%. Numeri che appaiono comunque poco incoraggianti, nonostante gli appelli al voto dei leader di partito.
Con queste tre Regioni si conclude un lungo ciclo elettorale, iniziato mesi fa con le consultazioni in Marche e Valle d’Aosta, Calabria e Toscana. Lunedì dalle 15 inizierà la lettura politica del voto, che non riguarderà solo il confronto tra centrodestra e centrosinistra, ma anche gli equilibri interni ai partiti.
In Veneto e Campania la partita è segnata anche dal ruolo dei presidenti uscenti. Luca Zaia e Vincenzo De Luca, entrambi impossibilitati a correre per un terzo mandato dopo lo stop della politica e della Corte costituzionale, restano però al centro dei giochi. Zaia, candidato con la Lega e senza una lista personale, potrebbe trainare il suo partito in una sfida diretta con FdI. Un risultato molto alto rafforzerebbe il suo peso anche a livello nazionale.
In Campania, De Luca non è in lizza ma sostiene la lista “a testa alta”, che inevitabilmente si confronta con quella del Pd guidata da Elly Schlein e con quella del figlio Piero, segretario regionale dem. Nel centrodestra, invece, si punta sulla possibile rimonta di Edmondo Cirielli contro Roberto Fico, in un clima di tensione alimentato dalle polemiche nate dal silenzio elettorale violato da esponenti di FdI e dalle accuse reciproche tra le coalizioni.
Il centrosinistra appare fiducioso di confermarsi sia in Campania sia in Puglia, dove la sfida per raccogliere l’eredità di Michele Emiliano vede in prima linea Antonio Decaro e Luigi Lobuono. Un risultato forte di Decaro potrebbe rafforzarne il profilo all’interno dell’area riformista del Pd.
In Veneto, oltre allo scontro tra Alberto Stefani per il centrodestra e Giovanni Manildo per il centrosinistra, si guarda soprattutto al confronto tra FdI e Lega per decidere quale sarà il partito trainante, anche in vista delle prossime regionali in Lombardia.






