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La Regione Sardegna ribadisce con forza la propria posizione di contrarietà rispetto al piano nazionale di dimensionamento scolastico. Lo fa l’assessora della Pubblica Istruzione, Ilaria Portas, che in una nota puntualizza: "La Regione Sardegna ha fatto valere ogni ragione contraria a una elaborazione al ribasso dei numeri per la scuola e in ogni occasione, durante le sedute di Commissione Istruzione interregionale e Conferenza Stato-Regioni ha ribadito la propria contrarietà al metodo di calcolo e di attribuzione del contingente assegnato alla Sardegna".
"La nostra Regione non ha espresso l’accordo sul decreto e, insieme a Toscana, Campania, Puglia, Emilia-Romagna e Umbria ha ribadito la propria contrarietà – evidenzia l’assessora –. La Sardegna, infatti, aveva fatto valere il principio dei numeri reali degli iscritti, rispetto ai previsionali frutto dell’algoritmo ministeriale, mai reso noto nonostante le ripetute richieste".
Prosegue l’assessora: "La Regione Sardegna ha inoltre richiesto la deroga della chiusura del procedimento amministrativo dal 31 ottobre al 30 novembre 2025 poiché si attendeva la risultanza delle elezioni provinciali e ancora si attende dal Ministero risposta. In questi giorni l’Assessorato sta acquisendo le proposte delle conferenze provinciali, che per la maggior parte si stanno pronunciando per l’impossibilità di ulteriori accorpamenti".
La Giunta regionale, dunque, tiene a precisare con forza di non aver ancora preso alcuna decisione circa il dimensionamento scolastico.
"Il mancato accordo in sede di Conferenza Unificata evidenzia come il Ministro proponga per la Scuola disposizioni frutto di mere ragioni di risparmio invece che innalzare la qualità dell’istruzione – afferma ancora l’assessora Portas –. La Regione Sardegna in questa prima parte della legislatura ha invece pensato ad aumentare la qualità dell’istruzione fornita agli studenti: sono state garantite e sollevate le cifre delle borse di studio, sono stati forniti strumenti come i buoni libro di testo e si lavora alle scuole del nuovo millennio e alle scuole aperte – per fornire un servizio dopo scuola e coinvolgendo il territorio – a ragazze e ragazzi anche in orario extracurricolare. Tutte strategie e risorse messe in campo dalla Regione Sardegna per garantire al massimo il diritto allo studio e frenare il fenomeno dell’abbandono scolastico".
Per questi motivi, conclude l’esponente della Giunta Todde, "la Sardegna elaborerà la sua proposta dopo aver ricevuto l’esito delle conferenze provinciali e aver valutato ogni possibile soluzione nel merito".
Il piano del Governo Meloni
Il piano di dimensionamento scolastico voluto dal governo Meloni mira a ridurre e razionalizzare il numero delle istituzioni scolastiche attraverso accorpamenti tra plessi con pochi alunni. L’obiettivo dichiarato è ottimizzare le risorse, ma molte Regioni temono che la riforma comporti tagli di dirigenti e personale, con il rischio di penalizzare le aree interne e le isole.
Il calcolo delle scuole da mantenere o unire è basato su un algoritmo ministeriale, i cui criteri non sono stati resi pubblici, e sull’innalzamento del numero minimo di studenti per istituto. Proprio su questo punto la Sardegna, così come altre Regioni, ha espresso forte contrarietà, chiedendo che siano considerati i numeri reali degli iscritti e le peculiarità territoriali dell’Isola.





