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La decisione della Corte costituzionale riguardante la legge regionale 20 in merito alle aree idee alle energie rinnovabili ha provocato un acceso confronto politico all'interno del Consiglio regionale.
"La sentenza della Corte costituzionale mette definitivamente una pietra tombale sulla Legge 20 e sulla ostentata prosopopea della presidente Todde e dell’assessore Spanedda, che, peraltro, davanti al paventato rischio di incostituzionalità, aveva ampiamente garantito sul percorso della legge. Per quasi un anno hanno pontificato sulle rinnovabili, dimostrando di aver impostato una strategia totalmente sbagliata che avrebbe esposto la Regione all'assalto da parte degli speculatori, se nel frattempo non fosse intervenuto l’ultimo decreto del Governo. È stata ormai smascherata la presunzione e la superficialità di chi, in avvio di legislatura, aveva millantato l’assunzione di personale qualificato per evitare la bocciatura delle norme regionali e che invece ha collezionato il record assoluto di leggi impugnate", sono state le parole di Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d'Italia.
Secondo il capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, la bocciatura conferma la fragilità di una legge "spazzata via" dopo mesi di annunci, con un danno grave per la tutela dell'ambiente e del paesaggio. Ticca sottolinea come, a suo giudizio, alla Giunta manchino competenza e solide basi giuridiche per rivendicare autonomia e difesa del territorio. Di segno opposto la lettura della maggioranza.
Il capogruppo di Uniti per Todde, Sebastian Cocco sostiene che la Consulta non abbia smontato l'impianto della legge, ma ne abbia chiarito alcuni limiti. In particolare, viene riaffermata la competenza statale sugli impianti offshore, mentre resta centrale il ruolo della Regione sugli effetti a terra. Superato anche il divieto generalizzato nelle aree non idonee, sostituito, secondo Cocco, da un'istruttoria più rigorosa e motivata. "Il cuore della legge resta intatto", afferma, rivendicando la legittimità dell'azione della Giunta Todde in un quadro normativo nazionale definito confuso.
Interviene anche il M5S con il presidente della terza commissione Alessandro Solinas, che ribadisce la linea della difesa del territorio. Pur prendendo atto della sentenza, Solinas assicura che la Regione non farà passi indietro contro il rischio di trasformare la Sardegna in una "colonia energetica", accusando il Governo nazionale di voler imporre scelte calate dall'alto. "Il pronunciamento della Consulta - conclude - rafforza la determinazione a lavorare per una transizione energetica ordinata e lontana da speculazioni".







