Guspini

Avis, Giulia: “Dono perché chiunque ha diritto a una vita migliore”

La giovanissima guspinese ha solo 18 anni e già 2 donazioni di sangue alle spalle

Avis, Giulia: “Dono perché chiunque ha diritto a una vita migliore”

Di: Alessandra Leo


Un misto di gioia, spensieratezza e sensibilità nei confronti del prossimo: Giulia Mocci, 18enne di Guspini, incarna alla perfezione un esempio di speranza per il futuro.

In una realtà attuale in cui la carenza di sangue rappresenta una vera e propria emergenza, soprattutto in Sardegna dove la talassemia è ancora purtroppo molto diffusa, questa giovanissima ragazza dal cuore immenso ha alle spalle già 2 donazioni. I suoi obiettivi sono continuare a donare e sensibilizzare persone restie e timorose, ancora troppo poco informate su un gesto estremamente fondamentale e solidale.

La grande famiglia dell’Avis Regionale Sardegna si impegna in questo senso all’ennesima potenza e, attraverso il racconto di Giulia, arricchisce la raccolta di testimonianze dal titolo “Ecco per chi dono”, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità alla donazione di sangue e plasma.

Davanti ai microfoni di Sardegna Live, Giulia esprime tutto il desiderio di essere utile a chi ne ha bisogno affermando attraverso un immenso sorriso e occhi lucidi colmi di emozione, di sentirsi felice ogni volta che va a donare.

La prima volta è stata lo scorso febbraio nella mia scuola, per conto dell’Avis di San Gavinoafferma Giulia - Donare il sangue era un’idea che avevo già da tempo perché sono sempre stata consapevole dell’emergenza che dilaga nella nostra Isola a causa di cui moltissime persone soffrono e tante perdono la vita. Se io sono in salute e posso dedicare pochissimo del mio tempo compiendo un’azione che può salvare tante vite, perché non farlo?

Giulia, con la voce dolcissima che trema per l’emozione, racconta che poco prima della sua prima donazione aveva un brutto presentimento: “Non so perché, ma ero convinta di non essere idonea – spiega – probabilmente perché ormai era diventata per me quasi una missione e mi sembrava troppo bello potesse realizzarsi – spiega – Alla fine mi sono resa conto si trattasse solo di una piccola paranoia, perché fortunatamente era tutto a posto. A quel punto è subentrata, nonostante la felicità, la tensione: a momenti mi pareva di perdere i sensi ma il personale sanitario si è dimostrato di una gentilezza e professionalità immense, spiegandomi in maniera molto chiara tutta la procedura della donazione”.

Giulia ha così compiuto il proprio grande gesto di solidarietà. La soddisfazione era tanta, così come la delusione per le troppe poche donazioni durante quella giornata: “In tutta la scuola abbiamo donato solo in 15. Quasi nessuno se la sentiva, anche tra i professori – spiega -Io inizialmente ero l’unica della mia quinta, una classe di 20 persone, ma per fortuna sono riuscita a convincere uno dei miei compagni. Sembrerà poco, ma vi assicuro che non lo è: anche una sola donazione fa la differenza”.

Credo che la paura dell’ago e quella di stare male siano le motivazioni principali che spingono a non donare, così come la poca conoscenza su questo argomento, ecco perché è fondamentale sensibilizzare, soprattutto i giovani perché, secondo me, se si comincia presto, poi è più facile che si diventi donatori abituali”, spiega la 18enne.

La seconda donazione di Giulia, puntualissima, è arrivata dopo 6 mesi: “Finché potrò, donerò. Sono felice di sentirmi utile a chi ne ha bisogno ed è fondamentale ricordarsi che nella vita non si sa mai: il sangue raccolto può servire anche a noi stessi o a persone molto vicine a noi”.

A questo proposito, Giulia ci racconta che in questi mesi ha avuto il piacere di conoscere persone dal cuore colmo d’amore e di generosità come il suo, ma anche persone strepitose che ogni giorno lottano con coraggio contro malattie per cui le trasfusioni di sangue sono fondamentali. Una di queste è Maria Antonia, intervistata la scorsa settimana da Ilaria Cardia.

Lei è molto contenta e orgogliosa di me, pensava che dopo la prima volta non donassi più (ride), invece si è ricreduta e io mi sento ancora più felice – dice Giulia, con un sorriso pieno di gioia – Entrare nella grande famiglia dell’Avis permette di conoscere una grande fetta di realtà di cui purtroppo in tanti ignorano molti aspetti. È un’esperienza che arricchisce e rende più umani, più attenti e sensibili a ciò che ci circonda. Tantissime persone gioverebbero di pochissimo del tuo tempo: donate tutti!”

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