Cagliari

Meningite, massima allerta e unità di crisi: «Locali e disco non sono focolai»

Nessuna epidemia nell’hinterland, ma occorre non abbassare la guardia

Meningite, massima allerta e unità di crisi: «Locali e disco non sono focolai»

Di: Alessandro Congia


Dati e casistiche comunque in linea – dicono gli esperti – una delle peggiori stagioni influenzali, atteggiamenti promiscui tra adolescenti spesso non prese sul serio in considerazione. E ancora, profilassi e vaccino sottoposti a circa mille individui, ordinanze di chiusura per locali pubblici non a norma con irregolarità igienico-sanitario per i quali si prendono i dovuti provvedimenti del caso. 

Sono soltanto alcuni argomenti affrontati questa mattina in conferenza stampa in via Roma, indetta dall’assessorato Regionale alla Sanità, presieduto da Luigi Arru, con gli esperti dell’Università e i vertici dell’Assl Sardegna di Cagliari. Lo scopo era quello di fare il punto della situazione, rassicurando le persone da psicosi da meningococco di tipo B. 

Una notte in discoteca, il giorno dopo la firma del provvedimento per la chiusura del Cocò Discoclubbing: «Il locale Cocò non è assolutamente da considerare un luogo dove esiste un focolaio da meningite, le ordinanze di chiusura da noi firmate come ispettori Asl derivano dal fatto che durante i consueti controlli vengono riscontrate irregolarità e carenze di natura igienico-sanitarie».

E’ chiaro il dottor Giorgio Carlo Steri, responsabile del Servizio Igiene Pubblica Asl di Cagliari: lui ha firmato il provvedimento che decreta la chiusura “a tempo indeterminato” del locale da ballo di via Newton, ma specificando che “il locale potrà riaprire non appena i gestori dimostrino il ripristino di quelle prerogative essenziali previste per legge per poter garantire la salute pubblica".

Così come di fatto era accaduto per l’Fbi di Quartu, nel mese di gennaio scorso, quando gli ispettori sanitari accertarono alcune carenze, poi successivamente adeguate dalla gerenza della disco. 

 IL SOPRALLUOGO ISPETTIVO. In particolare il controllo nel locale di via Newton, venerdì scorso, avrebbe dato luogo a tutta una serie di irregolarità, casualità o meno, non di poco conto: capienza del locale con numero di lunga superiore di persone da quella prevista, giovani che bevevano dallo stesso “maxi bicchiere”, secrezioni salivari che potrebbero dunque alimentare il rischio di eventuale contagio. Poche regole che se non osservate determinano lo stop dell’esercizio della struttura in questione.

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