Cagliari

Deposito nazionale scorie nucleari: l’Anci Sardegna risponde al ministro Calenda

Il presidente Emiliano Deiana: «non accetteremo che la Sardegna sia il sito di stoccaggio delle scorie»

Deposito nazionale scorie nucleari: l’Anci Sardegna risponde al ministro Calenda

Di: Antonio Caria


Non si è fatta attendere la risposta dell’Anci Sardegna alle dichiarazioni pubblicate sul suo profilo Twitter dal Ministro Carlo Calenda. Nello stesso, il titolare del Ministero dello Sviluppo Economico ha sottolineato come «la pubblicazione della mappa dei siti adatti per deposito non è atto discrezionale del Governo ma termine di un lungo processo tecnico».

Per Calenda, «c’è stato un enorme ritardo che mette a rischio accordi con paesi che tengono materiale. pubblicarla è atto dovuto di responsabilità/trasparenza».

Puntuale è arrivata la risposta dell’Anci Sardegna  e del suo Presidente Emiliano Deiana. 

«Anci Sardegna - si legge nella nota -  in rappresentanza dei comuni sardi e in ottemperanza alla volontà popolare espressa attraverso un referendum - ricorda di aver presentato ufficialmente le proprie osservazioni nella procedura Vas per l'individuazione del Deposito Nazionale dei rifiuti e delle scorie nucleari».

Inoltre, Deiana ha ricordato come queste «andavano nell'ottica della più netta contrarietà rispetto all'ipotesi di individuazione della Sardegna come Deposito Nazionale: una contrarietà motivata da ragioni oggettive che nel documento sono esplicitate chiaramente e qui riassunte: - le condizioni di insularità che aggravano i rischi nei trasporti per l'ambiente e per l'economia della Sardegna; - l'aumento delle condizioni di inquinamento in territori già gravemente compromessi e individuato come SIN dallo Stato; - l'aumento delle condizioni di servitù già gravanti in maniera pesantissima sul territorio sardo»

Il presidente ha parlato, anche, di ragioni di democrazia, ponendo l'accento sulla «netta contrarietà delle istituzioni democratiche (regionali e comunali) e il voto popolare».

Al termine, Deiana ha voluto ribadire sia all’attuale governo sia a quello che si insedierà «che il sistema democratico locale sardo non accetterà in nessun modo l'individuazione della Sardegna come sito di stoccaggio».

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