Cagliari

Caccia in Sardegna. È scontro con querele e denunce tra associazioni e l’assessore dell'Ambiente 

Nell'isola sono oltre 40 mila i cacciatori che ogni anno versano nelle casse della Regione circa un milione di euro di tassa regionale e circa 7 di tasse di concessione governative

Caccia in Sardegna. È scontro con querele e denunce tra associazioni e l’assessore dell'Ambiente 

Di: Adnkronos


E' scontro tra i cacciatori e la Regione Sardegna, in particolare con l'assessore dell'Ambiente, Donatella Spano, che ''ha precise responsabilità in merito ad una situazione che è diventata critica''.

Lo dice all'Adnkronos Marco Efisio Pisanu, presidente dell'Associazione 'Caccia Pesca Ambiente' della Sardegna e che conta oltre 7mila iscritti e che, insieme ad Ucs e Federcaccia, è membra effettiva del Comitato regionale faunistico.

In Sardegna sono oltre 40 mila i cacciatori che ogni anno versano nelle casse della Regione circa un milione di euro di tassa regionale (25 euro) e circa 7 di tasse di concessione governative (173,16 euro) dei quali il 90% dovrebbe tornare in Sardegna per le attività di censimento e monitoraggio della fauna selvatica. Numeri che trainano un indotto milionario nell'acquisto di abbigliamento, cartucce, fucili, carburante e per l'allevamento dei cani da caccia.

Più l'assicurazione obbligatoria, variabile ma generalmente non inferiore ai 50 euro, con una stima di spesa di oltre 2 milioni di euro. ''Ancora non sappiamo - afferma Pisanu - quanti di questi soldi siano stati utilizzati per i fini per i quali sono stati versati''. E questo è una degli argomenti oggetto di ricorsi e battaglie con la Regione Sardegna. ''Ci dicano dove sono andati a finire questi soldi. Una cosa è certa - spiega -: noi li abbiamo versati''.

 

''L'Assessorato all'Ambiente - prosegue Pisanu - sta andando avanti con l'istituzione degli Ambiti Territoriali di Caccia'', da sempre posti in discussione dagli stessi cacciatori che limitano gli spostamenti sul territorio regionale degli stessi ed allo stesso tempo sovraccaricano il prelievo venatorio in determinate aree. ''Se dovessero istituirli - prosegue - si andrà incontro alla distruzione della fauna, così come accaduto nel resto della penisola. Forse non tutti sanno che si passerà dai due giorni fissi di caccia attuali, il giovedì e domenica) ai tre giorni a scelta su cinque a disposizione. Poiché sono esclusi il martedì e il venerdì, negli altri giorni sarà possibile andare a caccia, con la 'tragica' conseguenza dell'abbattimento di migliaia di animali in più. In una nostra stima, per difetto, in una stagione venatoria si abbatteranno circa 7 milioni di animali in più''.

L'Associazione ha lanciato l'allarme, ''informando e coinvolgendo tutti gli schieramenti politici in Consiglio regionale, e devo dire che in tanti hanno risposto. Non hanno risposto invece le Associazioni Ambientaliste, anche loro da noi informate. Si spera solo che gli schieramenti politici al governo riescano a fermare la volontà di un Assessorato, che, invece di ascoltare il grido d'allarme degli addetti ai lavori, va avanti a testa bassa. Ci auguriamo che la politica possa intervenire in maniera decisa, altrimenti sarà la fine della caccia, e non solo, in Sardegna''.

I cacciatori quest'anno sono rimasti 'vittime' di una sentenza del Tar pronunciata il 16 settembre (ad una settimana dall'apertura della caccia) su un ricorso presentato al calendario venatorio dalle associazioni ambientaliste, che hanno chiesto ed ottenuto con la sentenza, la sospensione delle due mezze giornale (dall'alba fino alle 14) alla selvaggina nobile stanziale, quella tradizionalmente più sentita, cioè alla pernice ed alla lepre.

L'apertura era fissata per la settimana successiva, il 24 settembre e il 1 ottobre e la trattazione di merito del ricorso è stata fissata per il 20 dicembre prossimo. Così, di fatto, sono state annullate le due giornate di caccia.

''L'ordinanza del Tar - spiega Pisanu - ha confermato che l'Assessorato ha delle grosse responsabilità in merito ai monitoraggi e censimenti della fauna non effettuati, così come confermato anche dalla recentissima nota Ispra del 7 Novembre scorso, emanata in risposta alla nostra diffida. A seguito dell'Ordinanza del Tar, della nota Ispra e di numerose interrogazioni presentate in Consiglio regionale, citeremo in giudizio gli Enti responsabili della sospensione della caccia a lepre e pernice, ovvero la stessa Ispra e Assessorato all'Ambiente. Inoltre, presenteremo un'altra querela per verificare se vi siano dei funzionari responsabili dei mancati monitoraggi e censimenti obbligatori''.

La battaglia di 'Caccia Pesca e Ambiente' non si ferma qui: ''Faremo anche una formale denuncia alla Corte dei Conti per segnalare un eventuale spreco di risorse pubbliche poiché riteniamo che se gli Enti preposti avessero fatto i monitoraggi e i censimenti obbligatori non ci sarebbe stati i presupposti per il ricorso al Tar, con conseguente spendita di risorse e denaro pubblico. A seguito della nostra richiesta di accesso agli atti - continua Pisannu -, abbiamo appurato che non tutti i soldi versati dai cacciatori vengono impiegati per i fini previsti, pertanto presenteremo una diffida anche in questo campo''.

Significa che i cacciatori hanno versato le tasse regionale e governativa spendendo oltre 200 euro (più l'assicurazione obbligatoria per un minimo di 50 euro) per una stagione di caccia già calendarizzata il 20 luglio e si sono visti negare l'opportunità di usufruire delle due giornate più importanti, quelle appunto alla pernice ed alla lepre il 24 settembre e il 1 ottobre.

Non solo ricorsi e querele, ma arrivano anche delle proposte dall'Associazione venatoria: ''Abbiamo già chiesto, anche a nome di altre Associazioni di essere ricevuti dal Presidente, dai capi gruppo in Consiglio regionale e dalla Commissione Ambiente . Vogliamo innanzitutto spiegare bene a cosa si andrebbe incontro con l'istituzione degli Ambiti territoriali di Caccia e chiedere che vengano accorpate le varie richieste di modifica della legge regionale sula caccia che giacciono in Consiglio per lavorare ad un unica legge che ci metta al riparo dagli Atc''.

Pisanu lancia un appello ''oltre che ai politici anche alle Associazioni Ambientaliste, affinché si uniscano a noi in questa battaglia. Chi non lo farà, si renderà responsabile dell'uccisione di milioni di animali in più''.

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