Carbonia

Carbonia, finto suicidio di Sebastian Casula: muore l'unico imputato

A quasi sette anni dalla scomparsa Sebastian Casula è morto l'unico imputato, Paolo Secci

Carbonia, finto suicidio di Sebastian Casula: muore l'unico imputato

Di: Redazione Sardegna Live


Sono passati quasi sette anni da quando Sebastian Casula, 39enne di Carbonia, scomparve dopo essere uscito di casa con la sua bici l’11 luglio 2017 per poi essere ritrovato un mese più tardi, appeso a un albero, in località Monte Leone, il 12 agosto 2017, ed è di ieri la notizia della morte dell'unico imputato, il 67enne Paolo Secci.

La tragedia che costò la vita al 39enne del Sud Sardegna resta avvolta nel mistero. Per gli inquirenti qualcuno inscenò il suicidio e nel processo era imputato Secci, concittadino della vittima, che secondo la ricostruzione avrebbe fornito all'amico la dose di droga fatale, tenendo nascosto successivamente in casa il corpo privo di vita. Settimane dopo avrebbe inscenato il suicidio per impiccagione.

L'uomo era accusato di spaccio di stupefacenti, morte come conseguenza di altro delitto, occultamento di cadavere e vilipendio.

Paolo Secci se n'è andato dopo una lunga malattia e con lui si chiude anche il processo la cui prima udienza era stata rinviata al prossimo marzo.

L'avv. Gianfranco Piscitelli, che ha seguito il caso dall'inizio ed è stato sempre vicino alla famiglia, ha commentato sui social: "Ciao Seby, ecco il regalo per i tuoi 46 anni. L'unico imputato per la tua morte è deceduto e quindi, dopo ben sette anni, la Giustizia terrena non potrà più fare il suo corso e io non potrò mantenere la promessa fatta dinanzi ai tuoi poveri resti vilipesi su quel freddo tavolo autoptico nell'obitorio di Carbonia. Tua madre Francesca e i tuoi sono distrutti dal dolore e logorati da sette anni di attese. Ma io so, molti sanno, che quel maledetto giorno non eri solo e l'imputato oggi deceduto non poteva certo da solo organizzare tutta quella messa in scena del tuo finto suicidio, da solo trasportare il tuo cadavere fin sul monte e i tuoi carnefici io li ho visti al tuo funerale abbracciare tua madre e farle le condoglianze. Ma cosa credono? Aver aggirato la Giustizia terrena non li salverà da quella Divina che inesorabilmente li attende e nella vita che gli resta, logorati dal rimorso, si domanderanno il perché di tutte le cose negative che accadranno loro quotidianamente e capiranno il vero significato del karma, temendolo".

Francesca Sanna, la mamma di Sebastian, da subito insieme al padre e al fratello aveva scartato la possibilità del suicidio e ha dichiarato: "Ciao Sebastian, come dice il nostro avvocato Piscitelli sempre al nostro fianco da 7 anni, con grande umanità e professionalità che non finiremo mai di ringraziare: ti arriva il regalo di compleanno. Per ben due volte ti ho promesso di farti giustizia sia quando mi sono stati restituiti i tuoi miseri resti e durante la tumulazione dove il tuo corpo non c'è mai stato. Come pure te l'ha promesso il nostro caro avvocato diventato per noi uno di famiglia. Perdonaci Sebastian per non avere potuto mantenere la promessa: bestie sataniche ti hanno fatto morire lasciando marcire per poi trovare chi si sarebbe venduto per portare il tuo corpo con la bici in quella montagna irraggiungibile. Non può finire così, la verità c'è, ma non vogliono che venga fuori, non è giusto che venga chiusa nella bara di quell'essere immondo che non c'è più. Ho cercato di sopravvivere per lunghi 7 anni per avere verità e giustizia, ma ho fallito. Avranno tutti la giusta ricompensa sia dal karma che dalla Giustizia Divina, l'unico Giudice che ripaga in modo giusto. Sei stato fatto morire di nuovo Sebastian, come pure è stata finita di distruggere la nostra famiglia senza più nessuna speranza. Troppi colpevoli in questo caso".

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