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Gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari in Iran – Fordow, Natanz ed Esfahan – in un’operazione rivendicata direttamente dal presidente Donald Trump in un messaggio diffuso sui social.
“Abbiamo completato con successo il nostro attacco ai tre siti nucleari. Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un intero carico di bombe è stato sganciato sul sito primario, Fordow. Ora è il momento per la pace”, ha scritto il presidente USA, lodando i militari statunitensi e dichiarando che nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto compiere un’operazione simile.
Le bombe impiegate, secondo fonti americane, sarebbero “bunker buster”, ordigni progettati per penetrare installazioni sotterranee, come quelle in cui si troverebbero le strutture nucleari iraniane.
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica scrive su X: "In seguito agli attacchi su tre siti nucleari in Iran - incluso quello di Fordow - l'Aiea è in grado di confermare che al momento non sono stati segnalati aumenti dei livelli di radiazioni all'esterno dei siti. Aiea fornirà ulteriori valutazioni sulla situazione in Iran non appena saranno disponibili nuove informazioni".
Durissima la reazione dell’Iran. Il ministero degli Esteri ha parlato di “atto barbaro” e di “pericolosa guerra” avviata dagli Stati Uniti, nel bel mezzo di un processo diplomatico in corso. “Ci difenderemo con tutte le nostre forze – ha dichiarato Teheran – e gli Stati Uniti saranno ritenuti pienamente responsabili delle gravi conseguenze di questo crimine”.
Non solo parole: l’Iran ha immediatamente risposto con una controffensiva, lanciando missili contro Israele. Secondo quanto riferisce l’agenzia iraniana Tasnim, sarebbero stati colpiti l’aeroporto Ben Gurion, il centro per la ricerca biologica israeliano, basi logistiche e centri di comando. Esplosioni sono state segnalate a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme.
La televisione di Stato iraniana ha inoltre avvertito che “ogni cittadino americano, o militare, nella regione è ora un legittimo obiettivo”.
Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso il suo pieno sostegno all’azione americana: “Io e Trump diciamo: prima la forza, poi la pace”.