Il 16 maggio, su richiesta della Procura, il Gip ha nuovamente sequestrato il nostro beach club A-Mare”, si apre così la nota diffusa dalla Società dei Bagni del Corallo, che gestisce lo stabilimento sul lungomare Calabona ad Alghero. La struttura si preparava alla riapertura per la stagione balneare, “con nuove autorizzazioni” e lavori appena avviati. “La tempistica ha il sapore di un accanimento feroce”, scrive la società, che sottolinea come siano state ottenute “ben due nuove concessioni demaniali” per lo stabilimento e la somministrazione di alimenti e bevande.

Concessioni rilasciate al termine di due Conferenze di Servizi”, con la partecipazione di oltre 20 enti, “che hanno tutti rilasciato rinnovate autorizzazioni per l’anno in corso”. Secondo la società, “il solo fatto che, nel corso del procedimento penale, oltre 20 dirigenti pubblici abbiano confermato le autorizzazioni da solo basterebbe a spiegare quale ingiustizia stiamo subendo.

Nel sequestro dello scorso anno, l’accusa era quella di abuso edilizio per strutture non amovibili e assenza di autorizzazione paesaggistica. “Abbiamo ampiamente dimostrato” che le strutture fossero rimovibili e che l’autorizzazione paesaggistica “non sia mai servita. Quanto al presunto danneggiamento degli scogli, “l’area risulta sistemata e arricchita di flora autoctona”, secondo l’ufficio Tutela del Paesaggio.

Riteniamo tutto ciò inaccettabile in uno stato di diritto” e “con massima fiducia nella magistratura ci rimettiamo alle sedi competenti”.