La stagione estiva è considerata salva per quanto riguarda le risorse idriche disponibili per il consumo umano e l'irrigazione in Sardegna. Tuttavia, c'è una crescente preoccupazione per la situazione verso la fine di settembre, quando si spera che le prime piogge possano contribuire a rifornire gli invasi dell'Isola che attualmente si trovano poco sotto il 50% della loro capacità totale.

Secondo il recente bollettino dell'autorità di bacino, le dighe sarde attualmente contengono circa 903 milioni di metri cubi d'acqua, il che corrisponde al 49,5% del totale. Questo dato rappresenta una percentuale inferiore di circa 7 punti rispetto al mese precedente, ma rimane simile a quanto registrato durante l'estate dello scorso anno (50,2%).

Al momento non vi è stata dichiarata alcuna emergenza, ma con l'aumento dei consumi dovuto all'afflusso turistico di agosto e alle elevate temperature, la situazione potrebbe evolvere rapidamente. Particolare attenzione è rivolta a zone come la Nurra e il Sulcis, con quest'ultimo segnalato con un'allerta rosso.

Nel caso della Nurra, si sta aspettando il completamento dei lavori sul fiume Coghinas entro marzo 2026, mentre temporaneamente si fa ricorso ai reflui provenienti da Alghero e Sassari per l'irrigazione. Nel Sulcis, la situazione è gestibile grazie ai collegamenti con altri distretti limitrofi.

Altre aree della Sardegna stanno affrontando una situazione critica da nord a sud, mentre il Nuorese e l'Ogliastra dispongono di risorse idriche abbondanti, con il primo che supera il 50% della capacità degli invasi e il secondo che addirittura raggiunge il 90%.