Cinque anni di reclusione sono stati richiesti per un agente di Polizia penitenziaria, mentre un anno e otto mesi sono stati richiesti per Marco Raduano, il boss pugliese evaso dal carcere nuorese di Badu 'e Carros nel 2023 e successivamente arrestato in Corsica.

Le richieste sono state presentate in tribunale a Cagliari dal pm Danilo Tronci della Direzione Distrettuale Antimafia in relazione alla fuga di Raduano. Dopo essere stato catturato, Raduano ha collaborato con gli inquirenti fornendo informazioni sulla rete di complici che lo hanno aiutato nella fuga e nella sua latitanza.

Quattordici persone sono state imputate in questa vicenda, di cui 12 hanno scelto il rito abbreviato e due il rito ordinario presso il tribunale di Nuoro. L'agente di polizia è accusato di corruzione aggravata con l'accusa di aver fornito supporto logistico al boss in cambio di denaro e per avergli fornito un telefono con cui contattare i complici dopo l'evasione.

Secondo l'accusa, gli imputati avrebbero agito con l'obiettivo di favorire le attività del clan mafioso radicato a Vieste, di cui Raduano era capo fino al 2024. Oltre a Raduano e Deledda, per altri dieci imputati sono state avanzate richieste di condanna che vanno da otto mesi a oltre sette anni. La Procura sostiene che l'evasione di Raduano è stata resa possibile grazie a una rete di supporto esterna composta da allevatori, fiancheggiatori e individui inseriti nel sistema penitenziario, come evidenziato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza che mostrano il boss calarsi con lenzuola annodate da un cortile interno.