La morte improvvisa di Nanni Mereu, 46 anni, commerciante di Aritzo, avvenuta venerdì 3 ottobre a pochi passi dalla guardia medica chiusa, continua a scuotere la comunità e a sollevare interrogativi sulle condizioni dell’assistenza sanitaria nelle aree interne della Sardegna.

Sulla tragedia interviene ora Areus, l’Azienda Regionale per l’Emergenza Urgenza, che in una lunga nota esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia e ricostruisce passo dopo passo l’intervento dei soccorsi.

Areus ribadisce infine la necessità di rafforzare la rete territoriale di defibrillatori, la formazione dei cittadini e l’accesso alla telemedicina, affinché nessuno si trovi solo nei minuti cruciali che possono salvare una vita.

L’Azienda Regionale per l’emergenza urgenza desidera esprimere innanzitutto vicinanza e cordoglio alla famiglia della persona deceduta ad Aritzo. “Ogni perdita improvvisa è un dolore che colpisce l’intera comunità e rappresenta un momento di riflessione per tutti coloro che lavorano nel sistema dell’emergenza”.

 IL COMUNICATO DI AREUS

L’Azienda Regionale per l’emergenza urgenza desidera esprimere innanzitutto vicinanza e cordoglio alla famiglia della persona deceduta ad Aritzo. “Ogni perdita improvvisa è un dolore che colpisce l’intera comunità e rappresenta un momento di riflessione per tutti coloro che lavorano nel sistema dell’emergenza”.

“Ci rendiamo conto delle criticità del territorio dal punto di vista sanitario per l’annosa carenza di medici, guardie mediche e pediatri che rendono ulteriormente complessa la stessa attività di Areus, comunque sempre presente nella sua mission istituzionale” ribadisce il Commissario Straordinario Angelo Maria Serusi. “L’impegno aziendale sarà, oltre quello operativo quotidianamente presente, anche quello di promuovere nel breve periodo incontri con le amministrazioni locali, associazioni e comitati, per dare una puntuale informazione sulle iniziative in essere e quelle da realizzare, al fine di fornire la reale misura del presidio sanitario che Areus garantisce sul territorio, specialmente in quelle aree più disagiate e interne, così come ha fatto anche nello sfortunato evento di Aritzo”.

In particolare rispetto all’episodio, l’Azienda Regionale dell’Emergenza e Urgenza della Sardegna ci tiene a precisare che, in caso di arresto cardiaco improvviso, il fattore realmente decisivo non è la presenza immediata del medico, ma la rapidità e l’efficacia dei primi interventi.

Il Direttore Sanitario Areus, Stefano Sau, chiarisce che la Centrale del 118 ha inviato immediatamente i soccorsi. “Sul posto, in 7 minuti dalla chiamata, è giunta l’ambulanza di base dotata di defibrillatore e personale addestrato alla rianimazione cardiorespiratoria. Durante la rianimazione, i soccorritori, in stretto in contatto con il Medico della Centrale Operativa 118, non hanno mai palesato un ritmo “defibrillabile” continua Sau ripercorrendo quegli attimi. “Nel frattempo sul posto è giunta anche l’India, l’Ambulanza con l’infermiere a bordo che ha proseguito le manovre salvavita e somministrato l’adrenalina come da protocollo e continuato con ben sei cicli di massaggio senza mai ripristino del ritmo sinusale e di polso e neppure delle funzioni vitali. Situazione che ha determinato la sospensione delle manovre da parte dell’equipe sanitaria e la constatazione del decesso dopo 40 minuti di rianimazione cardiopolmonare”.

La Direzione Sanitaria di Areus ci tiene a precisare, inoltre, che l’ambulanza infermieristica non rappresenta un “mezzo senza medico”, bensì un mezzo di soccorso avanzato, con personale altamente formato e costantemente collegato con la Centrale Operativa 118 e in grado di fornire tutte le necessarie terapie e i protocolli operativi consolidati per la gestione dell’arresto. L’infermiere dell’emergenza è infatti addestrato a gestire procedure di rianimazione, utilizzare il defibrillatore e somministrare farmaci in costante contatto con il Medico di Centrale Operativa 118, tutto ciò secondo standard clinici analoghi a quelli adottati nei principali Paesi europei.

“Non esiste un soccorso minore: ogni infermiere del 118 rappresenta un presidio di competenza e prontezza” puntualizza il Direttore Sanitario che ricorda che in gran parte del mondo, il primo soccorso avanzato è affidato a paramedici o ambulanze infermieristiche, perché la vera differenza la fa la corretta attivazione della catena della sopravvivenza. “L’infermiere di emergenza è una figura chiave del nostro sistema e merita il massimo rispetto e fiducia” chiarisce il dott. Sau. “La vera differenza la fanno la rapidità dell’allerta, la prontezza dei cittadini e la disponibilità di defibrillatori diffusi sul territorio.”

Anche l’intervento del singolo cittadino davanti a casi di arresto cardiaco può essere fondamentale. AREUS per questo sta promuovendo la diffusione capillare dei defibrillatori in tutto il territorio regionale, accessibili H24, sta investendo nella formazione di primi soccorritori e nella telemedicina di supporto, per garantire assistenza continua anche nelle zone più isolate della Sardegna, affinché ogni comunità possa diventare parte attiva nel salvare vite umane. “Il nostro obiettivo è che nessun cittadino resti solo nei minuti che fanno la differenza”.