Giovanni Marchionni, 21enne di Bacoli (Napoli), trovato senza vita nella cabina di prua di un motoscafo ormeggiato nel porticciolo turistico di Portisco, a Olbia, è morto per arresto cardiocircolatorio. Se a provocarlo siano state esalazioni tossiche all’interno della barca, come ipotizzato inizialmente, lo stabiliranno le analisi tossicologiche e istologiche sui tessuti prelevati oggi dal medico legale Francesco Serra, durante l’autopsia disposta dalla pm di Tempio Pausania, Milena Aucone.

All’esame hanno assistito i consulenti di parte Ernesto D’Aloja e Alberto Chighine, nominati dagli avvocati Giampaolo Murrighile e Sebastiano Giaquinto, che difendono il proprietario dell’imbarcazione, e il perito Antonio Nieddu, incaricato dai legali della famiglia Marchionni, Maurizio Capozzo e Gabriele Satta. La relazione finale sarà depositata tra i 60 e i 90 giorni.

Le indagini, affidate alla polizia di Stato e per ora contro ignoti, proseguono per chiarire cosa sia accaduto nella notte tra il 7 e l’8 agosto, quando il giovane è stato trovato cadavere dopo parecchie ore di decesso. Sul posto, i medici hanno ipotizzato possibili esalazioni provenienti dal bagno chimico o dalle batterie della barca. Gli investigatori stanno anche verificando se la vittima fosse sola a bordo.